Non il miglior momento del Toro targato Ventura. Il gol, al tramonto del derby, di Cuadrado accentua la crisi dell'undici granata e spinge ad inseguire un immediato riscatto domenica, all'ora di pranzo. All'Olimpico, arriva la capolista, l'Inter fa visita al Torino, ferito dal recente passo indietro. Cinque tornate, due punti, questo il misero bottino, figlio del pari pirotecnico con il Genoa - Laxalt al 94' a spegnere l'urlo di casa - e dell'uno a uno con il Milan. Prima e dopo, cadute con Carpi, 2-1 a Modena, Lazio, 3-0 a Roma e appunto Juventus, 2-1 dopo il momentaneo pari di Bovo. 

La classifica non preoccupa, perché lo scatto iniziale consente al Torino di occupare comunque una buona posizione. Piazza numero undici, quindici punti all'attivo, zona di mezzo della massima serie. I primi malumori affiorano però all'orizzonte, occorre dare un segnale forte, di campo e nei numeri.  

Ventura, al cospetto dell'Inter, non modifica il suo credo consolidato. Davanti a Padelli, linea difensiva a tre, con Glik come perno centrale. Moretti sul centro-sinistra, centro-destro per Vasyl Pryima, ucraino di 24 anni, giunto a Torino nell'ottobre del 2015, dopo alcune esperienze in patria. Pesa, sul reparto, l'assenza prolungata di Maksimovic. L'alternativa a Pryima è Gaston Silva. 

Cinque a centrocampo. Fondamentale il lavoro dei due esterni, utili sia in fase d'offesa che in ripiegamento. A sinistra spazio a Molinaro, con Peres sul fronte opposto. Zappacosta siede in panchina. Vives è l'elemento di equilibrio al centro, Baselli l'uomo a cui chiedere la scintilla. L'ex Benassi è il tuttofare di Ventura, corsa, inserimenti, lavoro oscuro. 

Attacco a due frecce. Quagliarella insegue gol e ribalta, per la casella al suo fianco in lizza Maxi Lopez e Belotti. Il primo parte in leggero vantaggio.