Non era assolutamente facile alla vigilia aspettarsi una prestazione bella e convincente da parte del Torino di Ventura che, reduce dalla prima caduta stagionale a Verona, cercava identità e conferme da una partita che presentava tantissime insidie. Il Palermo di Iachini arrivava all'Olimpico con una voglia di dimostrare che le due sconfitte di seguito erano solo frutto del caso, e battere i rosanero, per i granata, era uno di quei passi fondamentali nel processo di crescita e maturazione che Ventura ed i suoi ai quali aspiravano da tempo. 

Ventura si auspicava, alla vigilia, una partita del genere: sofferta, chiusa, bloccata, con il Palermo che ha cercato nel primo tempo di addormentarla in tutti i modi possibile. Diventare grandi passa soprattutto da questo tipo di gare, nelle quali devi esser bravo a dimostrare di saper cambiare passo e provare a dare una sferzata alla gara: ci ha provato Quagliarella, che ha letto alla perfezione la difesa palermitana e, con i suoi tagli alle spalle, ha provato a sbloccare il match in un paio di occasioni. La fase centrale del match sembrava dare ragione al piano tattico ospite, ma la traversa di Trajkovski, che unisce anche quella dose di buona sorte alla sfera granata che non guasta mai, scuote Baselli ed i suoi, che confezionano sul capovolgimento di fronte, credendoci fermamente, il gol del vantaggio con l'aiuto di Gonzalez. Un gol frutto di volontà e caparbietà, che sblocca il match ed anche la testa dei granata, che iniziava a diventar pesante dopo lo scivolone del Bentegodi. 

Il certificato ultimo di essere diventata una grande squadra arriva nella ripresa, quando i granata tornan sul terreno di gioco con la voglia e l'obiettivo di chiudere la gara e metterla in ghiaccio. L'invenzione di Benassi arriva puntuale a stroncare le velleità sicule di rimonta, e manda in visibilio i tifosi dell'Olimpico per la bellezza del gesto ed anche per la classifica che vede i propri beniamini alle spalle della perfetta Inter di Mancini. Tutto sembra procedere verso una domenica tranquilla, con l'adrenalina del raddoppio che regala ulteriore forza e motivazione alla pressione granata: il Palermo non sembra esserci più in campo, i buoi sembrano definitivamente scappati, quando dietro l'angolo si presenta l'ennesima prova del nove. 

L'espulsione di Molinaro, ingenua quanto giusta, consegna ai granata una mezz'ora di sofferenza atroce, che serve a fortificarne l'animo e la compattezza della retroguardia. Nella sofferenza e nelle difficoltà si vedono le grandi squadre. Il Torino sanguina, messo in ginocchio dall'infortunio di Baselli, da una lucidità che viene meno in fase di possesso e ripartenza e dalla follia di Obi. Il Palermo attacca, dimezza lo svantaggio e va vicina al pareggio in due occasioni, ma il Toro resta in piedi, grazie al secondo colpo di grazia (la traversa di Struna) che ne sancisce trionfo e secondo posto.

"Ci siamo complicati un po’ la vita, ma certe vittorie ci piacciono di più perché danno maggiori soddisfazioni. Soffrendo in nove in campo il gruppo si unisce ancora di più ed è stata una vittoria bellissima". Capitan Glik centra in pieno il bersaglio, mentre le parole di Benassi fotografano alla perfezione la gara. "E' un motivo d'orgoglio per noi vedere il Torino secondo in classifica, anche se ad onor del vero abbiamo sofferto negli ultimi minuti". 

Una vittoria diversa rispetto a quelle di Frosinone, Fiorentina e Sampdoria, arrivate con un gioco più continuo e brillante. Quella di oggi è una vittoria di quelle rognose, di voglia, da Torino. Le qualità tecniche della squadra di Ventura non sono in dubbio, quelle morali sono uscite alla distanza, confermando lo spirito di sacrificio e l'abnegazione di un gruppo che continua a migliorare giorno dopo giorno sotto l'ala protettrice dell'allenatore ligure. Prima della sosta, la trasferta di Carpi: le numerose defezioni (Obi e Molinaro espulsi, Baselli e Maksimovic infortunati, con Bruno Peres da recuperatre) costringeranno Ventura a ruotare la sua squadra e mettere in mostra anche la profondità della panchina granata. Ennesimo aspetto fondamentale nel processo di crescita per attestarsi definitvamente nell'elite della Serie A.