Prima di addentrarmi in quelle che considero delle riflessioni importanti, alcune non dettate dal famoso "senno di poi", ma in tutta sincerità elaborate già parecchi giorni prima della finale, vorrei fare una breve premessa: a questa Juventus non si poteva chiedere nulla di più. Questi ragazzi hanno dato tutto quello che avevano, hanno fatto un perscorso straordinario che li ha portati fino a Berlino e hanno avuto anche la possibilità di vincere la finale, pur giocando contro la squadra più forte del mondo. Gli applausi dei tifosi a fine partita e l'incredibile accoglienza ricevuta all'arrivo in aeroporto dimostrano il tributo e il riconoscimento ad un gruppo straordinario, una squadra che, a prescindere dalla sconfitta di ieri, verrà ricordata come una delle formazioni bianconere più forti di sempre.
Detto questo, vorrei tornare al match di ieri per analizzare la prestazione di alcuni singoli e per avventurarmi in qualche provocazione.
La prima cosa che mi sono chiesto dopo il triplice fischio è stata: era davvero così imbattibile questo Barcellona? In tutta onestà, ancora adesso non riesco vedere questa superiorità così netta.
Ecco che allora si arriva all'altra domanda: cosa è mancato ieri sera a questa Juventus? O per meglio dire: chi è mancato a questa Juventus?
Il primo nome che mi viene in mente è quello di Arturo Vidal. Purtroppo il cileno non ha dato il suo miglior contributo, questo mi sembra un dato di fatto. C'è chi potrebbe parlare di un eccesso di "generosità" da parte di Arturo, c'è chi preferirebbe parlare di un giocatore che forse non ha retto la pressione e la tensione agonistica di una finale di Champions. Io sono convinto che entrambe le spiegazioni siano corrette e non si escludano a vicenda. Arturo Vidal ha sempre avuto un carattere che lo spinge a dare tutto nel rettangolo di gioco, spesso a discapito di quella lucidità che nel calcio resta un elemento di fondamentale importanza, a maggior ragione in una finale di Champions. Rischiare praticamente l'espulsione per somma di cartellini nell'arco dei primi 15 minuti di gara non è stata sicuramente una mossa furba, e Vidal si è ritrovato a dover giocare praticamente 70 minuti di partita con il freno a mano tirato. Un fattore certamente molto penalizzante per il centrocampo bianconero che a mio modo di vedere partiva già una situazione di difficoltà.
Ma il grande dilemma è un altro. Se la considerazione su Vidal può essere valutata come la classica affermazione fatta "con il senno di poi" (Vidal ieri doveva comunque scendere in campo, e credo che nessuno potesse opinare il contrario), ciò che invece una grande fetta del tifo bianconero si chiedeva già da settimane è: Pirlo doveva giocare la finale di ieri? In caso di risposta affermativa, doveva giocare per 95 minuti?
Avevo già sollevato la questione in passato e mi vedo costretto, purtroppo, a rifarlo adesso. Francamente non riesco a trovare molti spunti favorevoli alla scelta di Allegri. In realtà ne trovo solo uno: l'esperienza di Pirlo nell'affrontare sfide del genere. Questa è l'unica spiegazione che riesco a trovare per giustificare la presenza in campo di un giocatore che, oltre ad essere condizionato dal fattore età, dopo l'ultimo infortunio non è più tornato al livello della prima metà di stagione. Lo si era già visto nelle ultime partite di campionato: giocare con Pirlo al centro del campo comporta sicuramente un handicap in fase di copertura, un'esposizione maggiore ai contropiedi avversari (determinanti ieri sera), senza considerare che costringe gli altri centrocampisti a correre anche per lui. Un giocatore che, se pressato costantemente, non riusciva più da tempo neanche a garantire una certa velocità di manovra. Tutti fattori che, se a volte in Italia riescono ad essere tamponati, in Europa vengono inesorabilmente a galla. Penso che ieri sera ci sia stata l'ulteriore conferma di tutto ciò.
Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che non esiste un'alternativa a Pirlo, ma a questo proposito vorrei far notare che Marchisio nel ruolo di regista non ha mai sfigurato quando è stato chiamato in causa. Anzi, ritengo che la migliore Juve di questa stagione si sia vista con la linea di centrocampo formata da Vidal, Marchisio e Pogba, con Pereyra (che per di più stava attraversando un'ottimo stato di forma) dietro le punte. Un centrocampo che garantisce più dinamicità e copertura, senza che si abbassi la qualità. Non a caso anche ieri il pareggio è arrivato da un numero straordinario di Marchisio, uno che in questa stagione può permettersi di dare lezioni di assist anche a Pirlo: parlano le statistiche per chi avesse voglia di andarle a controllare.
L'irruenza di Vidal e l'assenza di dinamicità e fisicità a centrocampo hanno determinato una situazione davvero difficile per bianconeri già a fine primo tempo. Se, per quanto mi riguarda, l'unica mossa da fare in una situazione normale sarebbe stata quella di sostituire subito Pirlo con Pereyra, arretrando Vidal e spostando Marchisio in cabina di regia, ecco che l'ammonizione del cileno complicava ulteriormente la situazione. Spostarlo in una zona del campo ancora più arretrata avrebbe potuto facilitare il rischio espulsione. La soluzione sarebbe potuta essere sostituire anche Vidal con Sturaro, ma giocarsi due cambi in questo modo a fine primo tempo non era un'opzione realistica. Tuttavia le due sostituzioni sarebbero putute avvenire anche nella prima parte della ripresa, invece Allegri ha preferito insistere con Pirlo in campo fino al 95°, forse sperando in qualche calcio piazzato: una possibilità fin troppo remota per potervisi aggrappare durante una finale di Champions.
In sostanza, mi sento di dire che Pirlo probabilmente non era l'uomo giusto per la finale. Soprattutto mi stupisce la mentalità di chi, già prima della partita, sosteneva l'impossibilità di escludere Pirlo dall'11 titolare in virtù della riconoscenza per un giocatore che ha dato tanto alla causa bianconera. Una mentalità contorta, sbagliata, che ritengo tipicamente Italiana (basti guardare in casa Roma, più precisamente alla questione Totti). A tal proposito vorrei soffermarmi sul caso Xavi, un giocatore che sicuramente rappresenta per il Barcellona quello che per la Juventus poteva rappresentare un'icona come Alessandro Del Piero. Eppure non credo che nessuno abbia avuto qualcosa da dire sul fatto che Xavi partisse dalla panchina in una delle gare più importanti della sua carriera.
Infine capitolo Pogba. Il francese ha giocato sicuramente una discreta partita, ma oggi sui giornali spagnoli non si parla d'altro: Pogba ha davvero dimostrato di valere questi famosi 100 milioni? In rete escono fuori le risposte più assurde e c'è chi addirittura divide il costo del cartellino fra valore del giocatore (40 milioni), valore dell'acconciatura (30 milioni) e costo dei tatuaggi (altri 30 milioni). Una cosa penso che sia certa: Pogba ancora una volta ha dimostrato di non essere così decisivo nelle sfide che contano. Ma questa non vuole essere una critica, anzi, mi sembra qualcosa di assolutamente normale per un giocatore della sua età. Il vero problema viene da chi si aspetta il contrario, da chi fomenta continue voci di mercato e di interesse da parte di grandi club, da chi trasporta la mente di Pogba in un universo che ancora non gli appartiene. E' chiaro come il sole che le continue voci di mercato non possono fare bene a questo ragazzo e il primo a rendersene conto dovrebbe essere il suo procuratore Mino Raiola. Pogba ha tutto per diventare un grande, è ancora giovanissimo, ma Raiola deve lasciare che Paul possa solo pensare a dimostrare la sua classe sul campo, non attraverso i titoli dei giornali.