Seppur a due giornate dal termine della stagione, è tempo di stilare i primi bilanci, evidenziando 365 giorni dopo, ancora una grande cavacalcata del Toro. Mai come in questa stagione, caratterizzata da tante difficoltà e il cammino europeo di mezzo, è venuto fuori il grande cuore granata.
Le premesse di inizio campionato per il Torino non erano delle più rosee, a causa delle pesanti perdite subite lo scorso mercato estivo e l'incobente e faticoso impengo europeo ma, invece, siamo qui a raccontare di una squadra in piena salute e a sole 6 lunghezze dalla quota 57 punti raggiunta nella meravigliosa stagione 2013/2014. Nulla di strano, se non fosse che i "ma" da aggiungere al Toro di quest'anno rendono l'attuale campionato,forse anche più strepitoso di quello già archiviato.
Non bisogna, infatti, dimenticare che la strepitosa stagione dello scorso anno è stata sì frutto di un grande lavoro di squadra ma, soprattutto, dell'incredibile esplosione di due talenti italiani come Alessio Cerci e Ciro Immobile. Quella che era diventata la coppia delle meraviglie a suon di gol e prestazioni superlative, che come preventivabile aveva attirato l'attenzione dei più grandi club europei. Cerci, dopo una stagione tra dribbling e assist, è stato ceduto ai campioni della Liga e vice campioni europei dell'Atletico Madrid, mentre Immobile, ottenuto il titolo di capocannoniere di Serie A, è volato in Bundesliga alla corte del Borussia Dortmund. E così, di punto in bianco, i granata si sono ritrovati senza le due principali pedine della squadra.
Dopo un mercato estivo rovente, sono stati numerosi i bomber accostati al club piemontese, con il presidente Urbano Cairo che, alla fine, ha portato sotto la Mole Fabio Quagliarella e Amauri. Entrambi ex calciatori dell'odiata, sportivamente, Juventus che non hanno fatto altro che fomentare la cocente delusione della piazza per le due perdite eccellenti. L'inizio del campionato ha poi, purtroppo, confermato i dubbi e le perplessità con una squadra che non riusciva in alcun modo a trovare la via del gol. Anche Omar El Kaddouri che, con Cerci e Immobile, aveva incantato tutti sembrava aver smarrito il proprio estro.
Quando ormai il fallimento sembrava inevitabile, la vera guida e mente della squadra, il tecnico Giampiero Ventura ha saputo ridare un'anima alla rosa. L'allenatore apparso spesso, nella prima parte del campionato, quasi rassegnato alle deludenti prestazioni ha invece, da grande professionista, preso le redini in mano e rinvigorito il suo Toro. Con i gol di Quagliarella, di uno strepitoso capitan Glik e i successivi del neo acquisto di gennaio Maxi Lopez, sono iniziate anche ad arrivare le prestazioni e il gioco convincente in campionato e un cammino esaltante in Europa League. Proprio in Europa, infatti, i granata hanno mostrato il meglio di se, superando la prima fase secondi nel proprio girone e poi con lo storico risultato ottenuto nell'infernale ed espugnabile stadio San Mames, dove sono riusciti a battere in una partita al cardiopalma i baschi dell'Athtletic Bilbao. L'eliminazione, arrivata agli ottavi con lo Zenit, non ha cancellato uno stupendo cammino.
Nonostante le grandi energie che inevitabilmente si sono dissipate a livello europeo, Ventura e i suoi uomini sono riusciti a non perdere terreno in campionato, fino ad un altro storico risultato che a Torino difficilmente dimenticheranno presto. Dopo 20 lunghi anni di attesa, infatti, i granata sono riusciti a vincere il derby della Mole battendo la Juventus 2-1 in una partita combattuta ed emozionante. Ma lo straordinario capolavoro di Ventura non si è fermato a quella storica vittoria, arrivando oggi a lottare, seppur con poche speranze, (anche se resta da comprendere le questioni legate alle licenze Uefa delle squadre in lotta), per il sogno europeo. Milan e Cesena, le ultime due avversarie, valgono quei famosi 6 punti che potrebbero eguagliare la scorsa stagione.
E' chiaro, secondo quanto evidenziato, che un anno dopo, con una squadra comunque rivoluzionata e privata dei suoi migliori uomini, il filo conduttore, che ha permesso il ripetersi di una meravigliosa stagione, si chiama Giampiero Ventura. I tifosi granata lo sanno, così come il presidente che vuole tenersi stretto il suo allenatore, definendolo proprio qualche settimana fa come: "Un vero è proprio Maestro".