Primo obiettivo raggiunto: rimanere a tre punti dal terzo posto. Con la vittoria sul Cesena le possibilità di acciuffare l'Europa che conta ci sono, sperando che gli uomini di Benitez capiscano l'importanza delle ultime due gare e diano il meglio di sè come nelle notti migliori. Ieri sera contro il Cesena, già retrocesso, Mister Pecchia (Benitez squalificato) schiera Gabbiadini unica punta centrale, panchina per HIguain, dietro Mertens, Callejon e Hamsik, a centrocampo fiducia rinnovata per Jorginho e Lopez, in difesa si rivede Koulibaly con Ghoulam, Albiol e Mesto e in porta Andujar.
Il Napoli offre una gara opaca, sotto tono, fatta di improvvisi lampi di gioco e di tanti momenti noiosi dove si vedeva il pallone girare sempre tra gli stessi piedi senza mai affondare il colpo: l'impressione era come se gli azzurri fossero già in vantaggio di tre gol ad inizio partita ed avessero dato per morto il Cesena prima ancora di scendere in campo. Si è giocato ad un ritmo lento, modalità allenamento. Quindici minuti senza nessun tiro in porta per il Napoli, mentre il Cesena di Di Carlo rintanato in area a difendersi, senza affanno, aspettava solo l'occasione giusta per creare problemi al Napoli e così accade. Al 16' minuto prima Carbonero con un colpo di testa e poi Tabanelli, servono a Defrel l'occasione per punire: l'attaccante ha tutto il tempo per mirare l'angolo più lontano di Andujar e batterlo. Inutile dire che la difesa del Napoli in tutto questo è rimasta sempre a guardare.
Con il Cesena in vantaggio il Napoli si scuote, tre minuti dopo su tiro di Callejon mal respinto da Volta, irrompe Mertens mettendo la palla in rete. Sempre Mertens, un minuto dopo, serve al centro per Gabbiadini che insacca senza problemi. Il Napoli deve prima farsi male per reagire, è un modo di gioco che ci ha accompagnato per quasi tutto il campionato e la dimostrazione dei due gol in meno di tre minuti dice tutto. Gli uomini di Benitez avrebbero dovuto avere l'esperienza di chiudere la partita subito, dopo i tanti punti persi per strada, approfittando del momento di grazia e aumentare il proprio bottino. Invece no.
Al Napoli piace soffrire, infatti l'atteggiamento degli undici azzurri in campo ritorna ai minuti iniziali, giro palla, in attesa che Mertens inventi qualcosa. Il belga ieri sera ha offerto una grande prestazione, gli azzurri davano l'impressione che pensassero di essere talmente superiori di segnare ad ogni occasione. Così non è, ed infatti il Cesena sempre con Defrel punisce la sbadata retroguardia azzurra, mal posizionata, al 47'. Tormentone di tutto un campionato, gli stessi errori si commettevano un anno fa, ed anche in questo non è cambiato nulla: solito cross dal fondo, solita chiusura di Ghoulam e Mertens in ritardo e gol dell'attaccante a rimorchio che si stacca senza assillo di marcatura.
Ad Inizio ripresa i tifosi azzurri iniziano a far capire che non gradiscono questo spettacolo, in Curva B appare uno striscione che annuncia il mancato sostegno visto lo scarso rendimento della squadra: i tifosi sono ancora amareggiati dall'eliminazione dalla finale di Europa League. Gli altri settori non sono da meno e il malumore per la brutta prestazione si avverte. Il Napoli inizia a schiacciare il Cesena nella propria metà campo, inizia a creare più difficoltà ai romagnoli. C'è un solo protagonista in campo: Dries Mertens: un diavoletto il belga che, con l'aiuto di Hamsik, riesce in uno scambio strettissimo in area, segnando il 3-2. Sembra fatta, ti aspetti la goleada invece dobbiamo stare attenti che il Cesena non pareggi subito con una gran rovesciata di Brienza. Esce Gabbiadini per Higuain, applausi per Manolo e fischi all'entrata in campo per il Pipita. Si può capire la delusione di non andare a Varsavia, si può capire che l'argentino nel doppio confronto con gli ucraini sia stato sfortunato e impreciso, ma fischiarlo non esiste, nè in cielo e nè in terra.
Mai e poi mai si dovrebbe fischiare un giocatore del Napoli che fino a questo momento la carretta la davanti l'ha tirata da solo. Meglio il silenzio. La partita finisce, il Napoli rimane a tre punti dalla Lazio e adesso si deve solo aspettare di sapere quando si giocherà con la Juve, poichè ieri sera De Laurentiis ha fatto richiesta alla Lega di giocare lo stesso giorno e allo stesso orario del derby capitolino: lunedì ore 18:00. A dire il vero, dovrebbe essere la stessa Lega a garantire la regolarità del campionato, facendo disputare tutte le partite allo stesso giorno e allo stesso orario, in modo che nessuno tragga vantaggio nel sapere gli altri cosa hanno fatto, ma pretendiamo troppo. Parliamo di Lega e parliamo di Lotito.