Un sogno che si avvera. La Juventus è in finale di Champions League. Ci torna dopo dodici anni di assenza, dopo aver toccato con le mani le pene dell'inferno della Serie B, essere tornata grande in Serie A grazie ad Antonio Conte, prima della scalata Europea con Massimiliano Allegri.
Uno dei condottieri della Juventus passata dalla B a Berlino è il capitano bianconero, Buffon che ha parlato ai microfoni di Mediaset a bordo campo, pochi attimi dopo il fischio finale: "Sembrava uno scherzo del destino, invece e' andata come auspicavamo, non dobbiamo andare là a fare i turisti, giocare una partita che vale tantissimo per tutti. Io esulto molto dentro e sono orgoglioso dei compagni, della crescita avuta, finale di coppa non se ne possono giocare tante, quando si ha un'opportunità bisogna vincerle".
Se l'anima dello spogliatoio bianconero è Buffon, il leader tecnico e carismatico in campo è senza dubbio Carlitos Tevez. L'Apache, dopo il gol dell'andata ha commentato così la qualificazione alla finale di Champions: "Questa squadra ha meritato questa finale, andiamo a Berlino contro un grande Barcellona. Siamo una grande squadra, nessuno ci regala niente e in ogni gara facciamo grandi cose. La gara di oggi? Eravamo suddivisi in due blocchi. Abbiamo tirato poco, Morata spesso era aperto e io tornavo dietro a difendere. Era questa la difficoltà, specie nei cambi di gioco. Chiudevano bene. Siamo contenti, l'importante era passare e giocare una finale che era tanto tempo che la Juve non giocava. Con Messi sarà una bella sfida, ci dovremo preparare per fare bene. Lui è' un fenomeno e credo che sarà una bella sfida".
Da Tevez al compagno d'attacco. L'ex di giornata, che ha punito il Real Madrid con due dei tre gol complessivi segnati alle merengues è Alvaro Morata, ex gioiello della cantera madrilena. "Sono molto contento per la partita ringrazio i tifosi che erano allo stadio e daremo tutto per vincere la finale, sarà difficile ma giocando tutti insieme possiamo farlo. I fischi? Si ci sono rimasto male, difficile per me non ho fatto niente, solo il mio lavoro. Si ho cantato anche io meglio spogliatoio sono dodici anni senza, possiamo confinare sognando e lottando. Dedico alla famiglia, i ragazzi e gli amici ed il mio procuratore".
Un altro volto nuovo della Juve, ma non delle finali di Champions è Patrice Evra, che ha parlato così al termine della gara: "Finale al primo anno? Non ci credevo ma era un obiettivo. Quando mi hanno chiamato il presidente, Marotta, Pavel e Fabio Paratici mi hanno detto "Pat ci serve la tua esperienza". Quando gioco questa competizione, non voglio essere arrogante, ma punto sempre alla fine. Mi piace troppo questa competizione, ringrazio tutti oggi per quanto fatto. Paura di perdere? Mai. Dicevo che si può soffrire, ma un gol lo facciamo. Ringraziamo il mister, propone sempre grandi menù, e ora vediamo che propone contro il Barcellona".
Dalla felicità dei calciatori a chi, la Juve, l'ha creata a tavolino. Il Deus Ex Machina bianconero è Beppe Marotta, che ha così commentato il risultato: "Il pronostico della vigilia era avverso. Ma a volte la sfavorita trionfa. Abbiamo fatto una prestazione storica, di personalità e sofferenza, grazie all'allenatore che l'ha messa al meglio. La coppa un sogno? I sogni si possono realizzare. Abbiamo dimostrato che questa società, giocatori e allenatore possono andare lontano. Come ho vissuto gli ultimi minuti? Dopo il pari guardavo l'orologio di continuo, loro possono segnare sempre. Però Allegri ha fatto una grande mossa in difesa con Barzagli. La finale? Dipende dalle volontà dei giocatori. Spesso abbiamo costruito operazioni grazie alle volontà di esse. Per rafforzare questo gruppo ci vogliono acquisti da club di grande spessore, cosa che ancora non riusciamo a fare. Morata? E' un grandissimo giocatore, è un '92 e ce lo teniamo stretti, Purtroppo ci sono queste situazioni della recompra, ma vedremo".