Giovedì scorso Aurelio De Laurentiis ha pubblicamente accusato Platini per la mediocre designazione arbitrale contro il Dnipro e per "organizzare" l'Europa League in modo che venga incanalata in un certo modo a sfavore del Napoli. Tutti noi abbiamo visto ciò che è successo e abbiamo appoggiato in toto la protesta del numero uno azzurro. Ieri, al termine di una sciagurata partita a Parma, già retrocesso, rissa verbale tra Higuain e Mirante. Il portiere parmense, napoletano di Castellammare di Stabia, accusava l'attaccante argentino di avergli detto, mentre si salutavano a fine partita, "Cosa vuoi? Siete già retrocessi". Da questo momento in poi tante chiacchiere, tanta confusione.
SkySport, onnipresente come non mai (anche nel supportare il non fallimento del Parma), ha riportato che, alcuni giocatori gialloblù in fase di gioco, avrebbero udito i calciatori del Napoli chiedere di lasciare l'intera posta in palio a loro favore. Quello che è successo tra Mirante e Higuain lo si è visto e ascoltato tramite l'inviato a bordo campo, mentre quello che hanno detto i tesserati del Parma, non è dato sapere se sia vero. Una cosa è certa: dopo un'ora sono arrivate le scuse ufficiale del calcio Napoli, quindi qualche fondo di verità esiste.
E anche in questo caso il Napoli non ha agito bene, se si attua il silenzio stampa lo si fà fino in fondo, se invece vuoi difenderti davanti alle tv, ai microfoni mandi qualcuno in persona a spiegare ciò che è successo. Poi bisogna avere anche la pazienza di ascoltare Palladino: "In Europa non tiferò Napoli". Anch'egli napoletano di Mugnano. I tesserati parmensi dimenticano che se si trovano in questa situazione societaria, non tutto è filato liscio con le casse della società, non facciano i moralisti. A tutto c'è un limite e il labile confine che c'è tra la pazienza e la realtà dei fatti si è ristretto notevolmente.
Si fa la battaglia al massimo organo federale del calcio europeo e poi siamo noi che cadiamo in queste azioni alquanto squallide e vergognose? Ascoltare Donadoni (avvelenato ancora dall'esonero con gli azzurri) non è stato piacevole, vedere l'ennesima gara buttata via con l'ennesimo avversario scadente e per di più già retrocesso fa altrettanto male, anzi malissimo. Il furore finale nella bagarre post partita lo si doveva utilizzare nei novanta minuti di gioco. La concentrazione, i dettagli, l'approccio ancora una volta assenti nella testa e nelle gambe degli azzurri. E' pur vero che la testa era già a Kiev per giovedì prossimo ma è anche vero che il Napoli ha buttato via nel modo peggiore un'altra occasione: un primo tempo brutto, gambe molli, giusto turnover in vista dell'impegno europeo; chi ha sostituito i titolari li ha fatti rimpiangere e non poco. Poi quando il terreno inizia a bruciare sotto i piedi ecco che il mister spagnolo mette in campo chi potrebbe risolvere la gara. Higuain e Callejon, ma non ha fatto i conti con l'ennesimo portiere che contro il Napoli si erige paladino dei deboli: Mirante. Non meno di quattro interventi decisivi, parate impressionanti che hanno tolto la gioia del gol già fatto. Ha preso tutto quello che passava nella sua area, poteva giocare anche da solo, nessuno gli segnava.
Dall'altra, invece, il suo collega azzurro ieri, invece è incappato in una giornata nera: a vuoto sul primo gol, rimane incastrato in mezzo ad una selva di giocatori cercando di scansare il suo compagno Henrique che gli stava tra i piedi, mal posizionato sul secondo gol parmense. Non è stato lui a decidere la brutta gara, ma ha dato una grande mano a peggiorare la situazione; ci può pure stare perchè fino a questo momento, ha sempre dato sicurezza al reparto.
La rabbia aumenta pensando anche alle sconfitte di chi ci precede in classifica, Roma e Lazio. Il Napoli poteva andare ad un solo punto dal terzo posto e a due dal secondo. Nulla da fare, ancora qui a recriminare per quello che poteva essere e non è stato. Così come è successo per tutto il campionato. Le cause di questo atteggiamento è al vaglio di cervellotiche conclusione, quando si pensa che sia dovuto allo scarso attaccamento o alla scarsa attenzione o altro, succede sempre che il Napoli perda o pareggi per un'altra misteriosa circostanza. Il popolo del tifo azzurro è arrivato o sta per arrivare a non avere più pazienza, a non sopportare più i continui saliscendi della squadra: ci sta a perdere contro chi si dimostra più forte, ma almeno contro chi è inferiore tecnicamente (sulla carta) ci dovrebbe essere un solo obiettivo:vincere.
Quello che più distrugge mentalmente i tifosi è che nonostante il Napoli non vinca, le altre concorrenti alla zona Champions fanno peggio: "Se Sparta piange Atene non ride". Chiarezza, unità d'intenti, programmazione: la situazione è ancora in alto mare, con Benitez che non ha ancora deciso che fare l'anno prossimo, De Laurentiis nicchia e, mentre entra maggio, quand'è che si darà un'impronta su cosa sarà il Napoli futuro? Chi lo farà e con chi si farà la prossima stagione?