Una partita fondamentale, da vincere, con tantissima pressione addosso. Giocare da favoriti non era facile, e la Juve stasera l'ha capito: alla fine la vittoria contro il Monaco è arrivata, con il minimo risultato, 1-0, comunque ottimo in vista del ritorno. Una prestazione un po' sottotono all'inizio, in crescita col passare del minuti, conquistata grazie a un rigore realizzato da Arturo Vidal, condizionata soprattutto però da un po' di ansia iniziale, dove ha corso qualche pericolo.
Una sfida che ha visto anche un rientro fondamentale per questa Juve a centrocampo: "Pirlo ha fatto dei buoni 70 minuti, non giocava da 50 giorni. In queste partite sono fondamentali i calci da fermo e poteva darci un valore aggiunto, potendo fare la partita nella metà campo avversaria uno così ci serve, e infatti dal suo lancio è nato il rigore. La condizione non era ottimale, come anche Tevez, ma al ritorno saranno al top. È entrato Berbatov e avevano due fisici davanti, allora ho preferito avere Barzagli, non serviva più andare in molti in attacco".
Ora però la testa va tutta al ritono: "Monaco più forte fuori casa? Sono comunque ottimista, in trasferta dovremo comunque far gol. Loro sono una squadra complicata, la partita era più facile col Borussia come modo di giocare, e bisogna giocare una partita con molta pazienza e poi non subire contropiede". L'avversario in più è stata la pressione: "Normale ci fosse in questa partita, abbiamo giocato un quarto da favoriti, ma abbiamo sbagliato molto tecnicamente e abbiamo avuto fretta, la pazienza in queste partite non deve mai finire, essendo consci della propria forza e delle nostre potenzialità".
Condivide i punti anche Giorgio Chiellini, che ha riconosciuto la forza dell'avversario e non ha abbassato la concentrazione: "Sapevamo che sarebbe stato difficile, siamo stati poco lucidi all'inizio concedento troppe ripartenze. L'avversario è stato ostico ma alla fine è stato un risultato positivo. Loro ripartono velocemente, sono difficili da affrontare, alla fine il risultato è meritato. È la stessa partita di Dortmund a questo punto, andremo a Montecarlo consapevoli che sarà una partita ostica". E sull'autore del gol: "Siamo contenti per Vidal, sappiamo che sarà un valore aggiunto in questo finale di stagione".
L'uomo decisivo della sfida è stato appunto Arturo Vidal, autore del rigore, che ha voluto calciare lui stesso: "Ci voleva fiducia, ho chiesto la palla a Carlos e alla fine ho fatto gol. Tevez era il rigorista, ma volevo calciare. L'errore alla fine del primo tempo? Ho pensato tanto quando ho visto la palla uscire, poi ho guardato mia moglie in tribuna e ho preso fiducia, e alla fine è andata bene". Anche lui ha dovuto combattere contro tanta pressione, uscendone però vincitore: "Un po' di paura è normale, è un quarto di finale contro una squadra che ha giocato molto bene questa Champions, ha dimostrato di sapere vincere le partite prendendo spazio contro l'Arsenal".
Una gara vinta anche all'esperienza, e di quella ne ha sicuramente tanta Gigi Buffon, decisivo con una parata chiave dopo 10 minuti su Carrasco: "I fattori positivi sono la vittoria e il non aver subito gol, per quanto riguarda le difficoltà iniziali ce le siamo create noi, e anche merito degli avversari, che hanno messo in mostra nei primi 20 minuti le loro qualità, abbiamo sbagliato troppi passaggi e abbiamo concesso qualche contropiede di troppo".
Un'altra grande prestazione per lui, classe 1978, ancora decisivo: "Sono il nemico numero uno del luogo comune, dicono che a 37-38 anni non si può giocare, io penso che uno deve smettere di giocare quando uno entra in campo e non è più lui, ma non mi riconosco in questo. Finchè sto bene mi sembrerebbe anche uno spreco, perchè dovrei smettere se sto bene, penso di essere sempre stato autocritico: al primo segnale di cedimento, sarei il primo a uscirmene di scena, mi fermerò un metro prima. Più anni hai e più devi dimostrare". Nel finale, due dediche speciali, al giovane calciatore morto tre anni fa e alla vittima del terrorismo, proprio in questo giorno: "Dedico la vittoria a Piermario Morosini e a Fabrizio Quattrocchi, mi rendono fiero di essere calciatore e italiano".
Una dose di esperienza che ha portato quest'anno anche Patrice Evra, grande ex della partita e abituato a giocare queste partite importanti: "La sfida è aperta, dobbiamo rispettare il Monaco perchè è una bella squadra, non abbiamo fatto come l'Arsenal che li ha sottovalutati. 1-0 non è un grandissimo risultato, ma siamo in una buona condizione. Nel 2004, quando giocavo a Montecarlo, nessuno ci aspettava in finale, ma la Juve è differente perchè siamo una buona squadra, passando questo turno saremmo una grande squadra". Ambizioni chiarissime quelle del francese, arrivato a Torino per vincere: "Quando sono arrivato il discorso era di passare il turno, ma adesso dobbiamo andare avanti. Ogni volta che gioco con questa maglia cerco di rispettare cosa hanno fatto gli "anziani". All'inizio abbiamo sbagliato un po' troppo, ho sentito un po' di ansia, ero molto sorpreso: quando si sbagliano passaggi di troppo si va in crisi, non è stata una questione tattica, solo un po' di ansia. Il momento è decisivo, non abbiamo sottovalutato il Monaco. Al ritorno dobbiamo giocare il calcio che la Juve ha abitudine di giocare, loro sono più forti del Dortmund. Essere favoriti mette sicuramente più pressione".