A Parma, il calcio giocato è ormai in secondo piano da tempo. Le vicende giudiziarie occupano pagine di cronaca e di vita quotidiana, il Parma è fallito, il futuro resta un rebus, perché i debiti, esorbitanti, pendono sulla società. L'obiettivo è chiudere con dignità la stagione, lanciare un segnale. Qualche mese, prima di ripartire dal basso, ma con onestà, ricostruire un castello di carta crollato di fronte a indagini e richieste di chiarimenti.
Manenti, l'affabulatore, è in carcere, Ghirardi e Leonardi, indagati, in attesa di giudizio. Non solo l'attuale Presidente, ma anche e soprattutto la passata gestione. Il Parma, per anni posto su un piedistallo, simbolo di gestione oculata, ora inghiottito dal vortice dell'illegalità. Carte, firme false, fiumi di denaro sporco.
Quel che resta, di buono, scende in campo al Tardini, contro il Torino. La squadra gioca, con l'aiuto della Lega, ma lo sguardo è rivolto ai colpevoli. Parte dai giocatori la richiesta di giustizia, un messaggio ai vertici del calcio e a chi segue da vicino la vicenda. Spegnere definitivamente le luci sul passato, con forza, e riaccendere la passione per il Parma, partendo dal carattere mostrato con Atalanta e Sassuolo, dalla grinta e dalla voglia dei ragazzi di Donadoni.
Questo il pensiero del tecnico in conferenza "Oggi ci si rende conto che siamo stati raggirati, completamente raggirati . Non solo da Manenti, che ora sta dove è giusto che sia. Purtroppo c'è anche un pregresso incredibile. Intendo dire che c'è anche chi ha permesso che tutto questo accadesse: è indispensabile che si creino delle regole affinché tutto inizi a funzionare come si deve".
"Abbiamo la possibilità di metterci in mostra da qui alla fine del campionato per garantirci un futuro. La situazione non è tornata alla normalità, voglio precisarlo. Continueremo ad allenarci e a entrare in campo con la massima professionalità". È probabile che si chieda una negoziazione dei 63 milioni di debiti nei confronti dei tesserati: "La nostra volontà è far si che questa società mantenga il titolo sportivo. A questo punto non è un problema di soldi. Siamo pronti ancora a qualche sacrificio. Tuttavia dico che chi ha portato il Parma in questa situazione, deve pagare. In maniera pesante. Hanno messo questa società in ginocchio. Lo ripeto: devono pagare le conseguenze".