Il Torino esce dall'Europa League a testa altissima. Lo fa dopo aver eliminato il Bilbao ed aver messo paura per 180 minuti anche allo Zenit di Andre Villas Boas, avversario ben più blasonato. Resta una prestazione, quella di questa sera, sopra le righe, fatta di cuore e tante, tantissime occasioni, nel primo tempo come nella ripresa. Peccato per il poco cinismo, per un arbitraggio che ha penalizzato e non poco i granata e per l'andata condizionata dall'espulsione di Benassi.

Ventura sceglie Maxi Lopez e Quagliarella, che giocheranno una gara eccellente per cuore e generosità, ma peccano di precisione e cinismo. A centrocampo c'è El Kaddouri, Darmian e Molinaro i motorini sugli esterni. Tutto confermato nello Zenit di Villas Boas, che rinuncia al solo Javi Garcia e lascia Rondon solo davanti con Hulk, Danny e Shatov alle sue spalle. Criscito torna in Italia da avversario.

Dopo un buon inizio degli ospiti, che partono senza pressioni e sembrano gestire bene il possesso palla. La squadra di Ventura si sveglia e prende coraggio e sopravvento, grazie soprattutto ad un'ottima partita in mediana di Gazzi, ed una spinta costante di un Molinaro stratosferico sulla sinistra. La prima palla gol, chiara, è per Farnerud che direttamente da punizione fa la barba al palo. I granata ci credono e premono sull'acceleratore, lo Zenit contiene ma non riesce ad arginare la veemenza del pressing dei padroni di casa: Maxi Lopez non trova l'impatto col pallone da ottima posizione dopo una sponda di Quagliarella, mentre Glik, da pochi passi sugli sviluppi di un corner manca soltanto nell'appoggio in rete dopo una serie di batti e ribatti. Sul finire, l'occasione per Quagliarella, smarcato ancora da Molinaro, ma il colpo di testa dell'ex Napoli è debole e finisce tra le braccia di Lodygin che se la ritrova tra le braccia. Buono, ottimo, Torino, peccato per la scarsa incisività sotto rete.

La spinta dei granata nei primi minuti della ripresa si fa sentire, anche se la sfida inizia a farsi cattiva e nervosa. L'arbitro annulla un gol a Glik, in posizione dubbia (questione di centimetri, se non millimetri), mentre Quagliarella e Lopez fanno di tutto pur di impensierire la retroguardia russa. La squadra di Villas Boas si mette in attesa nella propria trequarti, chiudendo bene centralmente, esponendosi leggermente sulle fasce dove Molinaro e Darmian sono sempre puntuali, ma a volte imprecisi. Il Torino rifiata a cavallo di metà frazione e lo Zenit ne approfitta per alzare il baricentro, ma non impensierendo quasi mai Padelli, se non con un tiro di Witsel che lambisce il palo. Ventura mischa le carte e manda in campo Martinez ed Amauri e nel finale preme sull'acceleratore: prima Martinez, poi Gazzi vanno vicini al gol a dieci dalla fine, ma Lodygin si supera sulla linea di porta. Quagliarella fallisce un paio di occasioni. Sembra finita, ma il cuore di Glik è infinito e lo getta oltre l'ostacolo e la difesa russa: svetta di testa e regala, all'89, un recupero di speranza. 6 minuti non sono sufficienti però, per le speranze granata, che si infrangono sul sinistro di Gazzi e di Quagliarella, con Lopez che non trova la deviazione della beffa. Toro fuori, Zenit ai quarti.