Dopo giorni di silenzio, Giampietro Manenti batte un colpo e, come da personaggio, lo fa scatenando una reazione condivisa di rabbia e stupore. Le parole del Presidente seguono la falsariga tracciata dall'insediamento, uno scarico di responsabilità, un diniego assoluto di fronte all'accusa di falsità e promesse non mantenute. Il ritornello è il medesimo, da oltre un mese, "i soldi ci sono". La data limite fissata dalla Procura si avvicina, il 19 marzo è prevista l'udienza in cui si decideranno le sorti del Parma calcio, con probabile procedura fallimentare e inizio poi del piano di salvataggio approvato dalla Lega e accettato dai giocatori.
Manenti sposta l'asticella oltre il giorno 19, invitando a evitare la caduta del club, assicurando un piano ben costruito per far rientrare il Parma dagli ingenti debiti.
"C’è la Procura che sta lavorando e io devo avere garanzie: non posso buttare via i soldi di altre persone. Se il 19 viene dichiarato il fallimento, il mio investimento finisce nella pattumiera".
"Abbiamo ripristinato tutti i servizi, dalla mensa alla lavanderia. Abbiamo rifatto il campo del Tardini. E avevamo la disponibilità finanziaria per la gara contro l’Udinese, poi rinviata, per la successiva trasferta di Genova e per la partita di domenica scorsa contro l’Atalanta. Ho un piano di risanamento che sarà difficile smontare anche da parte della Procura. E quel piano sarà la salvezza del Parma. A meno che i miei soci occulti non vogliano il fallimento...".
Sul ritardo "Presto ci sarà il passaggio finale, ma consideri che alla Camera di Commercio il Parma risulta ancora di proprietà della Dastraso. Serve tempo perché siano formalizzate certe operazioni".
Il rapporto con Pizzarotti, sindaco della città, è ormai ai minimi termini, Manenti identifica proprio nel primo cittadino e in Tavecchio il male del Parma. Un'accusa non velata, Pizzarotti e Tavecchio come promotori del fallimento "Il presidente Tavecchio e il sindaco Pizzarotti, si comportano come se facessero parte della società, allora tirino fuori i soldi. Tavecchio ha garantito che c’è un fondo americano disposto a investire nel Parma e ha detto che non intende parlare con me. Bene, ma il Parma è mio. E lui e Pizzarotti, al momento, stanno facendo come Totò e Nino Taranto che volevano vendere la Fontana di Trevi a un turista americano. Il club non è loro, che trattative vogliono intavolare?".
Tra il grottesco e il tragico la telenovela Parma si arrichisce di nuovi episodi, in attesa della parola fine.
Fonte Gazzetta dello Sport