Per necessità, per credo, per convenienza. La Juventus volta pagina, dimentica il contiano 3-5-2 e si tuffa in un modulo più caro all'attuale allenatore. Come già ammirato nel ritorno con l'Olympiakos, la difesa passa a quattro, con Bonucci e Chiellini al centro, in attesa del miglior Barzagli. Gli esterni, Lichtsteiner e Asamoah, nell'ultima allo Stadium, abbandonano la veste prettamente offensiva, per dedicarsi a tempo pieno a un dispendioso doppio compito.
Cambia volto anche la mediana. Il reparto, con tre interni e un uomo pià avanzato, permette al tecnico di non rinunciare ad elementi di spicco. Nel 3-5-2 di inizio stagione, spesso Marchisio si è dovuto accomodare per lasciar spazio al rientrante Pirlo. Rinunciare al principino è questione complessa, visto il dinamismo e la qualità che l'azzurro è in grado di portare alla causa. Ecco allora un sistema di gioco più congeniale, con Vidal, da sempre perfetto incursore, avvicinato alla zona delle grandi operazioni.
Il cileno è il punto interrogativo. Conviene ad Allegri insistere su questo Vidal o è più opportuno lasciare al ragazzo un momento di riflessione? Qualche salutare panchina per ritrovare la ferocia agonistica. Anche in quest'ottica va inquadrata l'ultima idea dell'allenatore. Con Llorente, decisivo nel finale di Champions, fondamentale come valvola di sfogo, cassaforte nei momenti difficili, Morata, dotato di straordinaria forza atletica, e Tevez, trascinatore insostituibile, la Juventus si prepara a varare un attacco a tre frecce, con l'Apache un passo dietro al duo spagnolo. Un tridente in grado di fornire classe, dribbling - vedi Tevez - potenza e rapidità - vedi Llorente e Morata, per offuscare quella penuria realizzativa troppe volte palesatasi in questo inizio di stagione e risolta solo da acuti di singoli campioni.