Max Allegri e il destino, quel destino che sembrava aver accomodato il tecnico sulla panchina giallorossa, per poi voltarsi, di scatto, strappando una pagina ormai all'epilogo, per raccontare una storia tutta nuova. Quella panchina, quella giallorossa, il soldato Allegri l'ha vista da vicino, assaporata, sfiorata. Poi la permanenza al Milan, l'addio e il salto in bianconero. Una scossa improvvisa, una chiamata, in parte, inattesa "Non ho mai avuto rimpianti nella mia vita, ho sempre preso le scelte che ritenevo giuste. Quando ho scelto di rimanere al Milan ero sicuro di me stesso, a prescindere da come sono andate le cose. Ora sono l'allenatore della Juve, se avessi accettato la panchina della Roma magari non sarei arrivato qui. Non ho mai avuto dubbi sulla mia scelta".
Sfida importante, non decisiva. Quella che aspetta Juve e Roma è una lunga corsa, estenuante, faticosa. Allegri toglie pressione alla Signora e elogia la Roma, riconoscendo meriti dovuti ad un avversario rispettato, ma non temuto "Battere la Juve è sempre molto difficile. Credo che una grande squadra non possa mai farsi condizionare dal risultato di una partita. Ecco perché non sarà decisiva per lo scudetto: mancano ancora 96 punti alla fine. La Roma ha fatto un ottimo mercato, come noi. I giallorossi sono in crescita, ma anche la Juve ha ancora margini di miglioramento. L'unica certezza è che in campionato, nell'arco di 38 partite, vince sempre la più forte. Chi sta meglio psicologicamente? Siamo alla pari. Noi non siamo arrabbiati, direi più concentrati e attenti. Troppo presto per parlare di una lotta a due per lo scudetto. Totti ha fatto la storia del calcio italiano, come Baggio e Del Piero. Sono campioni che hanno tanto in più rispetto ad altri. Garcia lo gestisce bene, lui ha grandissima tecnica, affidabilità ed esperienza".
Il rientro di Pirlo tranquillizza Allegri, costretto a rinunciare a Barzagli e con un Vidal non al top "Con Andrea ho parlato ieri, oggi valutiamo la sua situazione, dopo un mese e mezzo out non ha ovviamente i 90 minuti. La cosa importante è riaverlo in condizione, per noi è un giocatore fondamentale, alza il livello tecnico della squadra. Caceres e Morata sono recuperati e disponibili. Barzagli non è a disposizione, speriamo di averlo con noi al più presto. Vidal o Pereyra? Punterei su entrambi, ci sarà bisogno di tutti e due. Vidal a Madrid ha giocato una buona partita ma non ai suoi soliti livelli suo, solo giocando può migliorare le sue condizioni. Asamoah? Può darsi che domani giochi, lui ed Evra sono due giocatori di grande affidabilità".
La sconfitta di Madrid ha portato nell'ambiente qualche punto interrogativo. Una scarsa attitudine europea, una chiara attenzione alla fase difensiva, con la preclusione di ogni spunto d'attacco, questo il principio cardine della critica post Calerdon. Allegri rigetta le polemiche e rilancia "Abbiamo giocato con buona personalità su un campo difficile, è stata una partita non bella e molto tattica, chi sbagliava perdeva. Noi abbiamo sbagliato sul gol, ma siamo scesi in campo senza timore reverenziale e con personalità. Sembrava incanalata sullo 0-0, e invece la sconfitta forse ha influenzato negativamente sul giudizio; ci vuole equilibrio nelle sconfitte e nelle vittorie. Una sola partita non decide una stagione, e questo discorso vale anche per il campionato. Vincendo avremmo avuto molte più possibilità di passare il turno ma la sconfitta non ha precluso nulla".