2008: è questa la data che torna in mente a Alessandro Del Piero quando pensa a Real Madrid - Juventus. E non potrebbe essere diversamente: due goal, di cui uno su punizione, e la standing ovation alla sua uscita dal campo. Immagini storiche che ancora danno i brividi a Pinturicchio…e non solo. L’intervista concessa al quotidiano spagnolo AS ripercorre in parte la storia dell’ex-numero 10, alla vigilia di una partita che ha un sapore e un significato speciali per tutti i tifosi bianconeri.

LA JUVENTUS – “E’ tornata alla vittoria, trionfando in due campionati e tornando ad essere una grande squadra”. In Europa le insidie non mancano, ma ad affrontare il Real sarà un gruppo maturo, con la determinazione e la voglia di fare punti nei due scontri per superare il turno.” Tra passato e presente, lo stesso tifoso, da bambino che giocava con la maglia bianconera a capitano della Juventus e a giocatore del Sydney. “I miei tifosi mi hanno dato tanto e quanto ho fatto non sarà dimenticato, ne’ sparirà. Potrebbe essere altrimenti dopo vent’anni insieme?”.

IL REAL– In carriera, le manifestazioni d’affetto non sono mancate in Italia e in Europa, ma sul podio personale di Del Piero ci sono l’ultima gara a Torino e l’applauso del pubblico al Bernabéu nel 2008. "Hanno il sapore di un trofeo individuale, quell’ovazione non ha prezzo come la sportività delle persone, la capacità di applaudire l’avversario anche se sotto nel risultato. Ancora non ci credo del regalo che mi e’ stato fatto. Grazie a tutti!” e ovviamente qualche battuta sul povero Casillas e la sua porta infranta, non una, ma due volte non manca: "(nella punizione ndr) Penso che Iker abbia sistemato la barriera per disorientarmi, ma io l’ho messa nell’angolino. Fu un bel goal e decisivo. I goal belli ma che non ti fanno vincere alla fine contano poco.”

MESSI O RONALDO –“La mamma o il papà?” non ha dubbi Del Piero, scegliere tra due campioni come l’argentino e il portoghese è impossibile. “Messi è fantasia” continua, “talento allo stato puro. Ronaldo è genio ma anche forza fisica e concretezza”.

ANCELOTTI - Il capitano del Sydney non risparmia parole di gratitudine anche a Carletto Ancelotti, definendolo “determinante per la carriera in un momento molto difficile. Non ha vinto nulla, pur meritando, ma io lo apprezzo come soprattutto persona.” Ovvio che l’ex tecnico bianconero non stia avendo vita facile a Madrid, ma Alex lo difende: “Non si può cambiare tutto in un giorno, si lavora giorno dopo giorno, partita dopo partita, trasmettendo i proprio valori ai giocatori e il proprio modo di vedere il calcio.” E conclude: “Sono sicuro che i risultati alla fine arriveranno”.