Dopo le polemiche per quello che è stato battezzato come il "caso del carro armato", è intervenuto uno dei protagonisti dello spiacevole episodio che ha sollevato un vespaio di polemiche e l'apertura di un'inchiesta da parte della Procura Federale della FIGC: Giulio Migliaccio, il quale si trovava a bordo del mezzo assieme alla bandiera dei tifosi Strömberg.

Il comunicato stampa, apparso sul sito ufficiale della società nerazzurra a firma dello stesso Migliaccio, recita così:

"Riguardo all’episodio del carrarmato, che mi ha visto inconsapevolmente protagonista, intendo precisare quanto segue:
in un’atmosfera festosa ed in mezzo ad una folla immensa di tifosi, tra cui una moltitudine di donne e bambini, sono stato invitato a salire sul carrarmato, che da anni gira alla Festa della Dea, trasportando giocatori e dirigenti per un saluto alla gente, in modo che siano visibili a tutti.
Non potevo assolutamente immaginare che, ad un certo punto, avremmo schiacciato due vecchie auto prese allo scasso. Me ne sono accorto quando il carrarmato ci stava salendo sopra e non potendole vedere, perché ero in alto e dietro, non sapevo che le stesse riportavano i simboli di due società di calcio.
Comunque, anche se ignaro protagonista, sono molto dispiaciuto dell’episodio. Basti pensare che, nella mia non brevissima carriera di calciatore, mi sono sempre ispirato ai sani valori dello sport ed alla massima correttezza in campo, tanto da ricevere, in quasi 500 partite giocate, un solo cartellino rosso, per giunta per doppia ammonizione
".

Ha provato a gettare acqua sul fuoco anche il numero uno atalantino Antonio Percassi, intervenuto ieri alla serata conclusiva della stessa festa: "Domenica avete fatto una goliardata", dice sul palco rivolto ai tifosi, "so che a voi piacciono gli scherzi, però mi raccomando: fate i bravi".