Gianpaolo Bellini (33 anni) si autodefinisce la chioccia della squadra: d'altra parte è alla quattordicesima stagione con l'Atalanta, senza aver mai cambiato maglia. "La tentazione in passato c'è stata", ammette il capitano nerazzurro, "però evidentemente qualcuno dall'alto ha voluto che rimanessi qui". Sembra ieri che Gianpaolo faceva il suo esordio in Serie A: 1° ottobre 2000, la partita era Atalanta-Lazio (2-2) e il ragazzo di Sarnico, allora 20enne, subentrava a dieci minuti dalla fine al posto di un certo Cristiano Doni. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: le primavere sono trascorse inesorabili, ma non la voglia di combattere per la sua Atalanta.

"Le vacanze sono finite: siamo carichi e motivati per una bellissima stagione. L'ultima per me è stata tribolata perché ho giocato poco, spero quest'anno di essere il più possibile a disposizione: amo giocare al calcio e stare fuori per me è dura". Bellini concorda con le parole di qualche giorno fa di mister Colantuono circa gli obiettivi della squadra: "L'Atalanta ha bisogno di consolidarsi, dobbiamo capire cosa vuole la gente: sarà però difficile in un campionato, la Serie A, che negli ultimi anni è diventato sempre più equilibrato. Sarà fondamentale avere la mentalità giusta ogni giorno". Una dote molto apprezzata del capitano è l'onestà, che emerge quando si parla della stagione precedente: "Abbiamo pagato inconsciamente il non partire da -6: la nostra difesa ha subito troppi gol e, quando ciò accade, otteniamo pochi punti in classifica. Quest'anno saremo alla pari con le altre, anche se le nostre avversarie si stanno rafforzando. Non trovo però positivo che il calciomercato resti aperto oltre la prima giornata: speriamo di riuscire a trattenere fino alla fine i nostri pezzi pregiati".

Nella conferenza stampa c'è spazio anche per un po' di amarcord, quando Bellini ricorda i suoi primi ritiri: "Vivo questo momento diversamente rispetto all'inizio. A quei tempi mi ero improvvisamente ritrovato in Prima Squadra, con compagni più adulti di me, mentre in Primavera eravamo tutti coetanei. C'era anche un certo nonnismo, oggi sparito perché i giovani si ambientano senza problemi". Nessuna paura allora di ricoprire il ruolo di "precettore", inevitabile onere connesso all'esperienza: "Cercherò di inculcare da subito nei nuovi la mentalità dell'Atalanta: lavorare a testa bassa e pedalare perché i dati di fatto si ottengono solamente in campo. Un'altra cosa importante è pensarsi come squadra: la colpa per gli errori è di tutti, quindi si deve sempre essere uniti".

Nell'ultima stagione Bellini ha trovato complessivamente poco spazio: colpa, oltre che degli acciacchi fisici, anche di alcune scelte di Colantuono che gli ha preferito altri giocatori. Al momento il principale concorrente è il nuovo arrivato Nica: "Dobbiamo ancora conoscerlo, anche perché parla poco l'italiano: la chioccia la posso anche fare, però lotterò con tutte le mie forze per essere titolare". Il ragazzo rumeno è avvertito, così come tutti gli avversari: il capitano sta scaldando i motori e non ci sarà scampo per nessuno!