ROMA - 62 punti, 18 vittorie, 8 pareggi e 12 sconfitte. E' questo il bilancio complessivo della Roma americana al secondo anno di gestione. I giallorossi non riescono a centrare la Champions League, ma hanno ancora una finale di Coppa Italia che, in caso di vittoria, sarebbe qualificazione in Europa League. Non tutto è da buttare però: l'attacco dei giallorossi è, insieme a quello della Juventus, il più prolifico della Serie A, con 71 reti all'attivo. La difesa però è stata ancora il punto debole di questa Roma, con i suoi 56 gol al passivo. Ma chi sono stati i giocatori top e i flop di questa stagione?

FLOP
3° POSTO - GOICOECHEA / STEKELENBURG
Non hanno la stessa esperienza, ma per entrambi non è stata una stagione all'altezza delle aspettative. L'olandese non ha mostrato la sicurezza di un tempo, trovandosi molte volte colpevole sui gol subiti. La sua titolarità fu messa in discussione da Zeman, che portò Goicoechea a sottrargli la maglia da titolare, con scarsi risultati però: la papera con il Cagliari sancì la sua poca esperienza. Intanto Stekelenburg sembrò destinato al Fuhlam, ma Sabatini non riuscì ad ingaggiare un portiere adeguato a sostituirlo, così fu richiamato a Roma. Le controversie andarono avanti fino a che Andreazzoli non gli assegnò nuovamente la maglia da titolare. Un infortunio lo ha costretto ai box, lasciando posto a Lobont. Una stagione da rivalutare, per entrambi.
2° POSTO - TACHTSIDIS / DE ROSSI
Si potrebbe dire "vedi Goicoechea / Stekelenburg". I due centrocampisti infatti, divisi solo dal bagaglio di esperienza, non hanno fatto un campionato eclatante. Se per Capitan Futuro le prestazioni sono state nettamente inferiori alle sue potenzialità, per il greco si profilava un campionato da protagonista, vista una preparazione estiva molto buona. Ma con Zeman che relega il numero 16 in panchina, Tachtsidis non appare inserito negli ingranaggi giallorossi, perdendo molti palloni e rallentando la manovra offensiva. Dal canto suo De Rossi, che ritrovò la maglia da titolare con Andreazzoli, non si è espresso nel migliore dei modi. Che sia giunto il momento per entrambi di cambiare aria?
1° POSTO - PIRIS
Il giovane uruguayano paga molto l'inesperienza di un campionato molto tecnico come quello della Serie A. Il terzino non ha inciso molto durante le varie partite, arrivando anche ad essere contestato dai tifosi: molti infatti ricorderanno di lui la palla consegnata ai biancocelesti nel derby di andata che portò alla rete degli avversari.
TOP
3° POSTO - MARQUINHO
I giornali non hanno parlato molto di lui. Sta di fatto che la bordata che ha insaccato la rete del Napoli ha confermato ancora una volta un acquisto azzeccato da Sabatini: il sudamericano sembra l'erde perfetto di Mancini, caratterizzato da grande spirito di sacrificio, buona tecnica e una buona vena realizzativa sotto porta. Giocatore tenace, attacca in maniera ottimale gli spazi e con Andreazzoli ha trovato la sua giusta consacrazione.
2° POSTO - LAMELA / TOTTI /OSVALDO
Un attacco di tutto rispetto. Buona parte delle 71 reti fatte sono merito di questi tre giocatori che, chi in un modo chi in un altro, hanno saputo tenere in alto la squadra giallorossa. Per i tre infatti si contano 43 gol fatti in questa stagione. Osvaldo, nonostante un momento di controversia con la curva, è riuscito a bucare molto spesso la porta avversaria (16 gol): la sua tecnica e la sua forza fisica sono molto importanti per un attacco che vuole segnare a valanga. L'argentino Lamela è finalmente esploso: il primo anno di Serie A è servito per prendere le giuste coordinate di gioco, ma con questa seconda stagione ha trovato la sua interezza e la sua vena creativa nel giocare palloni e nel trovare la via della rete (15 gol). Per il capitano giallorosso, invece, è una stagione da record: secondo nella classifica marcatori di Serie A di tutti i tempi, instancabile, inavomibile, sempre presente nella manovra offensiva con le sue giocate di classe (12 reti).
1° POSTO - MARQUINHOS
Scommessa vinta. Il giovane sudamericano classe 1994 ha stupito tutto: grande personalità, ottimo tempismo negli interventi, solidità difensiva. Un anno da incorniciare per Marquinhos, forse l'unico giocatore a salvarsi nel disastro della difesa giallorossa. Il suo primo anno alla Roma ha inciso come anno della consacrazione: su di lui molte sirene europee, ma la sua volontà è di rimanere a Roma, per crescere ancora.