La Liga 2017/2018 è ormai agli archivi. Nove mesi di calcio spagnolo hanno consegnato il titolo al Barcellona di Ernesto Valverde, al termine di una stagione partita senza Neymar per i blaugrana e conclusasi con l'addio di Iniesta. Ma il trionfo dei catalani non è l'unico verdetto di questa edizione della Liga, che ha proposto novità e offerto delusioni. Ripercorriamole, con l'aiuto della classifica finale:
1. Barcellona (93 punti). Campionato praticamente perfetto per i blaugrana, al via dopo il caos dell'affaire Neymar. L'addio del brasiliano ha consentito a Ernesto Valverde di costruire una squadra più solida, che ha subito fatto la parte della lepre fino a dicembre, vincendo anche il Clasico del Santiago Bernabeu. L'ingaggio di Coutinho ha aggiunto qualità a campionato in corso, Messi ha fatto la differenza come consuetudine, e l'imbattibilità è stata un traguardo sfumato solo contro il Levante. Addio a Iniesta, pressing su Griezmann.
2. Atletico Madrid (79 punti). Solita stagione solida dei colchoneros del Cholo, capace di trasformare la delusione per la prematura eliminazione dalla Champions in un trionfo in Europa League. L'Atletico ha chiuso davanti ai cugini del Real, ma non ha potuto granchè contro Messi e compagni.
3. Real Madrid (76 punti). I merengues non hanno offerto un rendimento all'altezza delle aspettative, soprattutto nel girone d'andata. Fuori dai giochi già a Natale, si sono dedicati alla Champions, consolidando senza troppi patemi il terzo posto.
4. Valencia (73 punti). La squadra di Marcelino torna in Europa dalla porta principale, al termine di una stagione che l'ha vista stabilmente tra le prime in Spagna. Gran girone d'andata, flessione in quello di ritorno, e giocatori lanciati e recuperati, come Gonçalo Guedes, Rodrigo, Kondogbia e Dani Parejo.
5. Villarreal (61). Il Submarino Amarillo ha ottenuto l'obiettivo minimo, la qualificazione all'Europa League. Il cambio di allenatore, con Javi Calleja in panchina, ha prodotto risultati e bel gioco. Il successo al Bernabeu il fiore all'occhiello di una stagione che ha fatto fiorire giovani come Castillejo e Fornals.
6. Betis Siviglia (60). I biancoverdi di Siviglia tornano in Europa dopo quattro anni, direttamente dalla fase a girone. Merito di Quique Setièn e di una rosa ben amalgamata, che si è fondata su un gioco ben riconoscibile, su un ritrovato Bartra, sulle scoperte Junior e Loren Moron, sulla certezza Joaquin e sui gol di Sergio Leòn, sostituto di un Sanabria ancora infortunato.
7. Siviglia (58). L'altra metà di Siviglia ha vissuto una stagione difficilissima. Tre cambi di allenatore nel dopo Monchi: Berizzo, Montella e Caparros. Giunto fino ai quarti di Champions, il Siviglia ha dovuto lottare fino all'ultimo per tornare in Europa, dove ripartirà dai preliminari.
8. Getafe (55). Una delle sorprese della stagione. Gli uomini di Bordalas hanno messo presto al sicuro la salvezza, per poi puntare al colpo europeo. Troppi i calci di rigore sbagliati, una vera maledizione che + costata carissima nel bilancio finale.
9. Eibar (51). Continua a confermarsi l'Eibar di Mendilibar, protagonista di un'altra stagione di buon livello. Salvezza centrata in anticipo dopo un avvio complicato. Tanti infortuni non hanno impedito ai baschi di proporre un gioco gradevole.
10. Girona (51). I catalani di Machin dovevano essere la cenerentola della Liga. Si sono invece ritagliati uno spazio da protagonisti, vincendo contro il Real e accarezzando a lungo il sogno europeo. Stuani e Portu anime offensive della squadra.
11. Espanyol (49). Stagione anonima della squadra di Quique Sanchez Flores, in ripresa solo a campionato finito, con una striscia di quattro vittorie consecutive. Lontana dall'Europa, ha avuto il merito di accendere la rivalità con il Barcellona, soprattutto in Copa del Rey.
12. Real Sociedad (49). Tra infortuni e difficoltà di diverso tipo, è stato Eusebio Sacristan a pagare per una temporada al di sotto delle aspettative. Baschi che puntavano all'Europa, ricacciati indietro dalla discontinuità in trasferta, ma con ancora talento giovane da sfruttare.
13. Celta Vigo (49). Anche il Celta di Unzue puntava a ben altro piazzamento. Il vice di Luis Enrique al Barcellona ha deluso, al punto da essere lontano dalla riconferma, mentre Maxi Gomez si è scoperto bomber vero. Iago Aspas ai Mondiali e uomo mercato.
14. Alavès (47). Abelardo ha cambiato la stagione dell'Alavès. Dal rischio retrocessione a un girone di ritorno da grandi numeri, con Munir riproposto ad alti livelli, a Mendizorroza non possono che essere soddisfatti della stagione della squadra.
15. Levante (46). Dopo un buon avvio, Muniz Lopez è incappato in una lunga serie di risultati negativi, che stavano facendo sprofondare i valenciani nel baratro. L'arrivo in panchina di Paco Lopez ha modificato il trend, consentendo al Levante di salvarsi con una splendida striscia di vittorie, compresa quella contro il Barcellona.
16. Athletic Bilbao (43). Orribile stagione dei baschi di Ziganda, mai competitivi per l'Europa e salvatisi anche per demeriti altrui. Squadra che ha perso giocatori importanti, e che ora dovrebbe provare a ripartire quasi da zero.
17. Leganès (43). La stagione dei Pepineros verrà ricordata per l'eliminazione del Real Madrid in Copa del Rey, con vittoria al Santiago Bernabeu. In campionato, una volta assicurata la salvezza, il cammino è stato deludente.
18. Deportivo La Coruna (29). Retrocessione inattesa considerando le aspettative, ma non il valore di una squadra che non ha mai trovato la chimica giusta. Non è servito a molto il cambio in panchina, con Clarence Seedorf alla guida del club galiziano.
19. Las Palmas (22). Il post Quique Setièn è stato traumatico: stagione disastrosa, con cambi di allenatore, inofrtuni e un gioco mai decollato.
20. Malaga (20). Cortocircuito tra ambiente, proprietà e squadra, che è sfociato in una retrocessione annunciata già dall'autunno. Giocatori acquistati a grappoli non hanno evitato un epilogo apparso scontato dopo le prime giornate.