La quiete dopo la tempesta. Una tempesta composta di falli, tanti, quelli che Neymar ha subito nel corso dell'attuale Ligue 1: qualcosa come poco più di un centinaio, 5,2 a partita. D'altronde tutti conosciamo le doti balistiche del brasiliano che però, ieri, forse ha esagerato con le "provocazioni" in una partita che di amichevole ha ben poco, il Classico di Francia fra il suo Paris Saint-Germain (poi vincente per 3-0) e l'Olympique Marsiglia.
Facciamo un passo indietro. Minuto numero 78 della sfida di ieri, sopra menzionata, un ennesimo tackle duro, e questa volta il numero 10 non si alza subito. Rimane a terra, anzi, a toccarsi la caviglia: l'arbitro chiede l'ausilio dei medici, al Parco dei Principi c'è apprensione. Siamo sul parziale di 3-0 e quindi, anche se i parigini hanno terminato i cambi, si sceglie di non far proseguire la gara di mister 222 milioni di euro, che abbandona il rettangolo verde in lacrime: già in nottata i primi esami, che hanno fortunatamente escluso la presenza di fratture. Probabilmente dunque "solo" una distorsione, o qualcosa del genere, per il giocatore, che solo domani inizierà un percorso riabilitativo. C'è fretta, infatti, nell'aria: il prossimo 6 marzo in casa dei transalpini arriverà il Real Madrid per il ritorno degli ottavi di finale della Champions League ed un'assenza del genere potrebbe pesare non poco.
Inguaiati, insomma, les Parisiens. Da questa mattina circola comunque un cauto ottimismo per il recupero-lampo con vista europea: in ogni caso l'estrosa ala sudamericana non sarà al meglio. Unai Emery, perciò, studia le alternative, che sicuramente non mancano a livello tecnico: Angel Di Marìa, in tal senso, sarebbe in pole position dopo la strana esclusione per tutti i 90' dell'andata, che ha visto i Blancos imporsi per 3-1. Per compiere l'impresa, il PSG ha bisogno di tutti. E un po' di più degli altri, ha bisogno di Neymar.