E' il capitano della squadra campione d'Europa, l'uomo che ha sollevato tre delle ultime quattro edizioni della Champions League, al cielo di Lisbona, Milano e Cardiff. Dopo qualche annata contrassegnata da frizioni con Florentino Perez e con il resto della dirigenza merengue, Sergio Ramos ha ora intenzione di chiudere da bandiera del Real Madrid, squadra che guida da centrale difensivo. Persa la straordinaria elasticità muscolare degli anni della primissima gioventù, l'andaluso si avvia ora verso il finale della carriera, con tanta esperienza e consapevolezza in più.
Dopo la straordinaria stagione 2016-2017, condita da una serie di gol pesantissimi, che hanno contribuito alla conquista del Doblete de Oro da parte della Casa Blanca, il nome di Ramos rimbalza tra i candidati al Pallone d'Oro di fine anno, premio nuovamente assegnato da France Football. L'ex giocatore del Siviglia, intervistato dal sito italiano Rivista Undici, non si fa troppe illusioni al riguardo, anche se ci tiene a ricordare un precedente in materia: "Recentemente è diventato un affare personale tra Leo Messi e Cristiano Ronaldo - le parole del capitano del Real Madrid - ma guardate Fabio Cannavaro. Lui, con cui ho sempre avuto uno splendido rapporto, è riuscito a vincerlo, quindi è una cosa che non voglio prendere alla leggera. Se alla fine me lo assegneranno, sarà un momento storico". Il numero quattro da tempo idolo della aficiòn del Santiago Bernabeu è convinto di star vivendo un grandissimo momento di forma: "Ho appena chiuso una delle migliori stagioni della mia carriera, se non la migliore in assoluto. Probabilmente la più solida e consistente, in termini di rendimento. L'esperienza ti dà qualcosa in più rispetto agli anni della gioventù, ma la chiave per rimanere al top è la fame di vincere che ancora sento dentro di me, e che ho sempre avvertito da quando ho iniziato a giocare a calcio. Dopo la conquista della Decima, mi dicevo che quello era stato il mio miglior anno, però forse la stagione seguente è stata ancora superiore, e quindi ho cominciato a provare a superare me stesso. Ciò che è più importante è continuare a ricordare a se stessi che tutto è possibile, e avvicinarsi a ogni stagione come un pittore di fronte a una tela bianca".
Se il Madrid ha accumulato trofei su trofei nell'ultimo quadriennio, lo deve ai proverbiali gol di testa, ma non solo, di Sergio Ramos, nei momenti chiave delle partite più importanti. Dall'Allianz Arena al Santiago Bernabeu, dal Camp Nou al Da Luz di Lisbona, sono tantissimi gli stadi in cui l'andaluso è andato in rete, come faceva da ragazzino, prima di diventare professionista: "Nella piazza del quartiere in cui giocavo, facevo sempre l'attaccante, e segnavo valanghe di gol. Esultavo come un matto, esattamente come fa adesso Ronaldo. Ora, quando mi ritrovo in attacco, mi sento a mio agio per l'esperienza accumulata dai tempi in cui ero solo un bambino. Ora ovviamente è tutto molto diverso, ma l'esperienza precedente mi ha consentito di comportarmi meglio in attacco rispetto a tanti altri difensori". Da capitano del Real, Sergio Ramos non può che continuare a guardare al futuro pensando ad altre vittorie: "Dobbiamo dimenticare i successi passati, è questa la chiave del successo. Nel bene o nel male, il calcio non ti dà mai il tempo di goderti il momento. Vincere tre Champions League in quattro anni è qualcosa di incredibile, ma questo è il momento di mettere da parte quelle vittorie. Solo quando la mia carriera sarà terminata, avrò tutto il tempo che voglio per guardarmi indietro e ripensare ai trionfi ottenuti". Parole al miele per Zinedine Zidane, che in un anno mezzo da allenatore ha conquistato titoli e tutto l'ambiente merengue: "E' un tecnico che sta battendo record su record, stabiliti da grandi allenatori del passato della nostra squadra. Per lui è stato fondamentale essere capace di dimostrare di avere lo stesso talento che aveva da giocatore. Ha conquistato lo spogliatoio con duro lavoro e con umiltà. Tutti noi lo sentiamo sempre molto vicino".