E' stato breve come uno di quegli incubi che attanagliano nel sonno, intenso, oscuro e sofferto. Eppure l'incantesimo si è sciolto, appena una stagione dopo il doloroso arrivederci dal tavolo dei grandi.
Il Getafe è tornato in Primera Division al termine di una stagione - quella passata in segunda - frastagliata come poche. Lo ha fatto nel modo più articolato possibile, guadagnando il pass attraverso la finale play off con il Tenerife, decisa solo nel match di ritorno, con la doppietta di Pacheco a fare la differenza.
Il ritorno in Liga sta costringendo il Club ad intervenire pesantemente sul mercato. Come molte delle squadre che arrivano al traguardo della promozione, anche in questo caso si è deciso di cambiare molto rispetto alla scorsa stagione, seppur confermando lo zoccolo duro che ha permesso ai madrileni di risalire a galla.
La conferma di Pepe Bordalas - subentrato a stagione in corso nel 2016/17 - è un segnale indicativo lanciato dalla società: agli ottimi risultati ottenuti in segunda, ci proverà a dare continuità anche in Primera, sempre sotto la guida del 53enne spagnolo.
Bordalas potrà contare anche in questa stagione su Dani Pacheco, riscattato per circa un milione di euro dal Real Betis. Piantato il primo paletto, la società è intervenuta per rafforzare le zone di campo in maggiore sofferenza. Importanti gli acquisti di Djené, terzino destro prelevato dal campionato belga per 2,5 milioni, di Portillo, trequartista anch'esso riscattato per 1,5 milioni dal Betis e del giovane portiere 21 enne Manojlovic, arrivato dalla Stella Rossa. Rilevanti anche i prestiti di Bergara dalla Real Sociedad, Velazquez dall'Atletico Madrid, e Antunes dalla Dinamo Kiev.
Dedito ad un 4-2-3-1 utilizzato fin dagli esordi in panchina, complici i nuovi innesti, Bordalas sembra orientato ad apportare qualche cambiamento negli uomini che andranno a formare l'undici titolare. A pochi giorni dallo start, la formazione più probabile indica Guaita tra i pali. Antunes, Cala, Velazquez, Damian come difensori titolari. Markel, Shibasaki mediani, Pacheco, Portillo, e Fajr alle spalle della punta Molina.
Tra gli eroi minori che non hanno rispettato le attese maturate in tenera età, vi è di certo Daniel Pacheco. Lo spagnolo con un passato nelle giovanili del Liverpool non è mai riuscito a spiccare il volo, fermato da guai muscolari, carattere focoso e una buona dose di sfortuna. Il talento nato a Malaga nel 1991, dopo le tante esperienze in giro per la Spagna, al Getafe sembra aver trovato la sua dimensione ottimale. Nella passata stagione è stato uno dei calciatore più decisivi per la squadra di Bordalas con 6 reti e 3 assist. Il tutto, è stato impreziosito dalla decisiva doppietta nella finale di ritorno del play off con il Tenerife. Un uno-due decisivo per spingere il Getafe fin sul 3-1 e assicurare ai madrileni il ritorno in Liga.
La prima delle due reti segnate da Pacheco nella finale con il Tenerife.
La missione che si pone il Getafe è una sola: restare aggrappato alla Primera Division. L'inattesa retrocessione maturata due stagioni or sono, è stata cancellata dall'immediata promozione. Ma si sa, come dice il vecchio detto: "errare è umano, perseverare è diabolico".