Spagna, Paesi Baschi, precisamente Bilbao che funge da "capitale" per quanto riguarda questo piccolo angolo della penisola iberica. E' una città molto "argentina" per via dell'enorme sentimento d'amore che la gente prova verso l'Athletic Bilbao, e non a caso è gemellata con Rosario e Buenos Aires, due città che di calcio e passione ne hanno da vendere. In quel di Bilbao, l'Athletic è considerato come una religione, con la gente che ha più volte contribuito a riempire il meraviglioso e rinnovato San Mamès. Qui, la concezione del futbol è totalmente opposta rispetto alle altre compagini della Liga: nessun investimento faraonico, ma bensì esportazione del proprio prodotto attraverso la valorizzazione del settore giovanile. Raramente acquistano calciatori non appartenenti al movimento basco, ed è questa cultura che li rende unici al mondo. Tutti spagnoli in rosa, eccetto Laporte che è francese, ma è stato etichettato come un basco per via delle sue radici spagnole. Hanno ottenuto ottimi risultati, lanciato tanti ragazzi interessanti e ottenuto numerosi elogi da tutto il planisfero globale. Insomma, questo è l'Ahtletic, e guai a scrivere "Atletico".
L'anno scorso è stata una stagione ricca di alti bassi che, però, ha portato a un piazzamento in Europa League. Settimo posto in classifica con 63 punti, con un reparto offensivo sempre ben collaudato e con una difesa decisamente allegra visti i 54 goal subiti. Diciamo che la compagine basca è stata baciata dalla fortuna in questo caso, perchè la vincitrice della Copa del Rey, il Barcellona, è già qualificata alle coppe europee tramite il campionato. Poteva tranquillamente ambire al quarto o al quinto posto, ma i numerosi intoppi di inizio stagione hanno gravato nel finale.
Come da copione, l'Athletic non ha compiuto nessun movimento in entrata. Solamente calciatori rientrati dai prestiti (Herrerin e Kike Sola su tutti) e qualche cessione illustre di calciatori che hanno scritto la storia del club come il 36enne portiere Iraizoz, approdato al Girona a costo zero. Ceduti anche Eraso ed Elustodo, con i prestiti dei giovani Iriondo, Remiro, Etxeberria e Unai Lopez. Svincolato Oscar Gil. Di acquisti concreti non ce ne sono e non ce ne saranno, perchè è questa la mentalità che prevale da sempre in questa società. In panchina, invece, c'è da monitorare con attenzione il profilo del nuovo allenatore. Si tratta di Cuco Ziganda, 50enne basco originario di Larraintzar. Ha uno score di 255 presenze con la maglia dell'Ahtletic, e per ben sette anni è stato il tecnico delle giovanili del club collaborando con Ernesto Valverde per quanto riguarda l'esplosione di numerosi talenti. Solamente due presenze con la nazionale spagnola, mentre con quella dei Paesi Baschi ne ha fatte cinque mettendo a segno quattro goal. E' uno che con i giovani ci ha vissuto e lavorato per anni, e la società ha prontamente deciso di affidare a lui la guida tecnica della prima squadra. Predilige il 4-2-3-1, e fa del gioco offensivo la sua arma migliore.
La rosa è molto valida dal punto di vista qualitativo, non a caso ha il valore economico più alto di tutte le squadre basche. Kepa Arrizabalaga è un degno erede di Irazoiz, e salvo clamorose richieste economiche resterà a lungo nell'Athletic. Portiere di grande affidabilità, reattivo e dotato di una discreta visione di gioco che lo porta ad essere chiamato più volte in gioco dai suoi compagni di squadra. Laporte è il pilastro della difesa, ma occhio anche agli ottimi laterali Balenziaga e De Marcos. E' proprio quest'ultimo il motore del reparto, sempre propositivo e attento in entrambe le fasi. Non a caso è stato impiegato da Valvedere anche mezz'ala di centrocampo ed esterno d'attacco del 4-3-3.
Cose interessanti anche a centrocampo: Benat è il regista della squadra, uno dei migliori di tutta Liga. È abile nell'impostare la manovra, ma anche in fase di interdizione. È dotato di visione di gioco e capacità di verticalizzare l'azione per cercare in profondità il compagno libero. Ha una buona capacità realizzativa, specialmente su calci piazzati. Iturraspe e San Josè sono entrambi due mediani molto bravi in fase di rottura e contenimento. Quest'ultimo, inoltre, può giocare anche da difensore centrale. La punta di diamante della trequarti è Raul Garcia, un centrocampista completo che non ha assolutamente bisogno di presentazioni. Gioca come trequartista ma può agire anche come seconda punta risultando un vero e proprio jolly. E' molto abile negli inserimenti offensivi e nel gioco aereo, dettagli che gli sono stati insegnati da un maestro del calibro di Simeone ai tempi dell'Atletico Madrid.
In attacco, invece, c'è un tridente a dir poco meraviglioso. Gli esterni sono Williams e Munian, entrambi velocissimi e dotati di un binomio tecnica-velocità straordinaria. Aduriz è il riferimento centrale, e nonostante l'età avanzata continua a mettere a segno una valanga di goal in ogni stagione. Il jolly si chiama Susaeta, probabilmente meno "considerato" solamente per via della concorrenza. Esterno sia destro che sinistro, ottimo nell'uno contro uno e abile nei ripiegamenti. E' per questo motivo che è una risorsa importante a gara in corso, e lo ha già dimostrato in diverse occasioni.
Obiettivi? Innanzitutto conferme. La società vuole mantenere costanza, e centrare ogni anno un piazzamento in Europa. La Champions League è il sogno, ma in questo momento sembrano esserci squadre più complete in avanti, Siviglia e Atletico in primis. Altro obiettivo è quello di continuare a valorizzare il settore giovanile, con l'esposizione di altri diamanti grezzi pronti a sorprendere.