Poteva essere una festa completa, lo è stata soltanto a metà, causa tempi tecnici, quelli che non hanno permesso a Neymar di ottenere il transfer in tempo per esordire sotto la Tour Eiffel, al Parc des Princes, con la sua nuova maglia del Psg. "Solo" una presentazione da far impallidire mezzo mondo, prima di lasciare il palcoscenico ai suoi compagni, chiamati a raccogliere i primi tre punti della stagione e, punto altrettanto importante, a dimostrare di essere terreno fertile in cui O'Ney può coltivare il suo innato talento. Esito positivo, per entrambe le prove.
Il Psg che si vede in campo contro l'Amiens è una squadra forse che si piace un po' troppo, soprattutto quando i suoi interpreti si trovano negli ultimi 20 metri: Di Maria e Alves cercano sempre l'ultima rifinitura anziché la porta, lavoro quest'ultimo a cui è deputato tale Edinson Cavani, che infatti sblocca al 42'. Più efficace che bello l'ex Palermo e Napoli, finalizzatore ideale per raccogliere le invenzioni di Neymar. Di difficile interpretazione, invece, la partita di Di Maria, che cerca un po' troppo la giocata e meno l'efficacia, quasi a voler affermare che "il Psg è anche mio", mentre invece sembra più la squadra di Verratti, in attesa che il brasiliano ex Barcellona si allacci gli scarpini e scenda ufficialmente in campo.
L'ex Pescara disegna imbucate per tutti, propizia gli inserimenti e crea occasioni a ripetizione, giocando da interno a tre protetto da Thiago Motta alle spalle. Il corrispettivo sulla sinistra, Rabiot, ha tre occasioni nel primo tempo e non ne centra nemmeno una; quantomeno dimostra di poter essere un giocatore efficace nell'affiancare l'italiano in un eventuale 4-2-3-1, ma se ne parlerà al rientro di Draxler. Arrivano note positive anche dai terzini, le cui sovrapposizioni sono continue. Se Dani Alves ha licenza di svariare dove vuole - almeno per il momento - diversa è la situazione di Kurzawa, giocatore che non si stacca sostanzialmente mai dalla fascia. Proprio il suo essere pendolino lo rende imprevedibile per la difesa: avrà anche l'arduo compito di sovrapporsi quando Neymar giocherà l'uno-contro-uno, essendo la sinistra la corsia di competenza di entrambi. L'ex Monaco potrebbe essere il partner ideale per il brasiliano, ma starà al campo dimostrarlo.
In generale, l'impressione dalla tribuna del nuovo arrivato dovrebbe essere stata soltanto positiva, anche perché una seconda linea (non per talento, ma per gerarchie) come Javier Pastore è stato in palla e soprattutto propositivo per tutta la gara, perdendosi anch'egli in qualche ricamo di troppo, ma mostrando sprazzi di talento interessanti, magari la possibilità di contendere a Draxler il posto sulla trequarti. Neymar scenderà in campo con tutta probabilità settimana prossima, sull'ostico campo del Guingamp, conscio di avere a fianco giocatori che possono fare il salto di qualità - e altrettanto permetterlo al Psg. Da domenica, starà a lui.