La finale di Copa del Rey si gioca tra Davide e Golia: l’irriverente Alavés di Mauricio Pellegrino sfida i campioni di tutto del Barcellona, che stasera hanno l’obbligo di portare a casa l’unico e solo sorriso stagionale.
Promesse rispettate, in catalogna: il Barça vince con il solito show di Messi (1 goal e 2 assist), e le reti di Neymar e Paco Alcacer. Dall'altra parte segna Theo Hernandez, nuova leva appena acquistata dal Real Madrid per 30 milioni, e che già ha graffiato i rivali blaugrana. Il Barcellona vince la sua Copa del Rey numero 29.
Il match
Lo schieramento optato da Pellegrino aveva già lasciato intravedere una gara proiettata alla difensiva per l’Alvavés, che con il suo 5-4-1 tenta di inibire le pericolosissime iniziative corali (e personali) dei fenomeni di Luis Enrique. Anche se in campo non c’è Luis Suarez, il gap tra le due squadre non si discosta di molto, ma questo non viene assolutamente a galla nei primi 20 minuti di gioco, nei quali l’organizzazione difensiva dell’Alaves ha la meglio sulle brillanti giocate blaugrana.
Dopo un inizio bloccato, il Barcellona comincia a squillare dalle parti di Pacheco con svariate conclusioni, senza però avvicinarsi troppo al bersaglio grosso, che a sua volta viene sfiorato da Ibai Gomez, che al 27’ con un destro radente colpisce il palo interno della porta difesa da un impreparato Cillessen, che guarda il pallone percorrere esattamente tutta la linea del goal per poi allontanarsi.
Sul ribaltamento di fronte ci manca poco perché si avveri il famoso detto “gol sbagliato, gol subito”: Iniesta scocca la freccia dai 30 metri, devia poi Paco che muta la traiettoria del tiro rendendola imprevedibile, ma Pacheco si esalta in una grande parata, mantenendo lo 0-0. La gara si è evidentemente accesa negli ultimi minuti, con occasioni pazzesche da entrambe le parti, e quindi al Caldròn tutti hanno un po’ la sensazione che un gol possa essere imminente. E non hanno torto, dato che al 30’ Messi infilza l’angolino con un mancino imprendibile dopo essersi liberato grazie ad un 1-2 con Neymar. Poco più tardi però arriva come un fulmine a ciel sereno, il gioiello di Theo Hernandez, che con il suo mancino da calcio da fermo spacca l’incrocio dei pali, per il momentaneo 1-1. Il pareggio potrebbe scoraggiare moltissime squadre, ma non il Barcellona, che si rimbocca le maniche e pazientemente costruisce l’occasione che matura nel secondo vantaggio di giornata: è Neymar ad inventare stavolta, cercando Messi in mezzo, che a sua volta allarga per Gomes a destra, il quale spedisce teso centralmente un traversone, raccolto proprio dal brasiliano numero 11, che fa 20 in stagione e 2-1 in finale di Coppa. L’Alaves è in caduta libera, la difesa biancazzurra fa acqua da tutte le parti. È solo questione di secondi anche il 3-1 di Paco Alcacer, che sfrutta una linea difensiva troppo scoordinata e con il destro infila la porta di Pacheco per la terza volta di giornata. 3-1 a fine primo tempo.
Il Barcellona ha la partita (e la Copa) in mano, ma non deve calare di concentrazione: l'Alavès deve scoprirsi per cercare di recuperare il risultato, ed è lì che il talento dei catalani può fare la differenza in maggior misura. Come nel primo tempo però, le due squadre disputano i primi venti minuti in maniera piatta e timida, salvo poi sbilanciarsi (inevitabilmente) nel seguente scorcio. Il Barça attende che l'Alavès si riversi nella metàcampo offensiva, con l'intento di sorprenderlo, ma anche questa partita mette in luce una delle tendenze (questa negativa) del Barcellona di quest'anno: la squadra non sa difendere, non è mai riuscita a farlo in maniera efficace, in questa stagione. Al 70' Ely sfiora il gol con un tocco sottomisura, e il minuto successivo Deyverson segna, anche se in posizione di fuorigioco.
Scorrono così inesorabilmente i minuti, col Barcellona che prova (e riesce) ad addormentare la partita, abbassando i giri del motore e bloccando le offensive avversarie senza troppa difficoltà. Vincono così i vice campioni di questa Liga, mettendo in tasca l'unico successo stagionale, visto che la campagna europea si è infranta sulla Juventus di Massimiliano Allegri. Luis Enrique saluta dunque tutti quanti, con l'ultima Copa in mano, che forse rende meno amara una stagione decisamente troppo travagliata.