Il soprannome più comune in Argentina è "El Loco", ossia colui che si distacca da tutto e tutti per capacità di pensiero, colui in grado si cambiare la carte in tavola come una folle partita a poker in cui nessuno ha paura di fare all-in. C'è poi un Loco che divide l'Argentina in settanta zone, cinque sotto zone e va alla ricerca di giocatori. In che modo? A bordo di una FIAT 147, la versione sudamericana della nostra amata 127. Si fa venticinquemila chilometri per perlustrare ogni zona e scoprire pregi e difetti di ogni singolo calciatore: stiam parlando del Loco Marcelo Bielsa.
Vi starete chiedendo, cosa c'entra Bielsa con Jorge Sampaoli? I due sono vasi comunicanti, due cervelli che pensano alla stessa maniera e guardano verso la stessa direzione pensando cose che gli altri nemmeno riescono ad immaginare. Essere Bielsista per Sampaoli è una logica conseguenza della sua vita, passata ad imparare (prima) ed insegnare (poi) il religioso 3-3-1-3 con pressione altissima e l'estrema verticalità del gioco delle sue squadre. Volete che vi dica il soprannome di Sampaoli? Semplice, El Loco perchè non è da tutti seguire una partita su un albero dopo essersi fatto espellere, non è da tutti girovagare il Sudamerica a caccia di una squadra, non è da tutti vincere la Copa America con il Cile proprio contro l'Argentina e, infine, non è da tutti far vibrare in quel modo il Sanchez Pizjuan di Siviglia, il suo nuovo paradiso.
La finestra estiva di mercato regala 13 acquisti e 11 cessioni e l'inizio non può che essere Sampaolistico come dimostrano le due Supercoppe perse contro Barcellona (Di Spagna) e Real Madrid (Europea), ci può stare. Come ci può stare il 6-4 alla prima giornata contro l'Espanyol, una partita che sa di Luna Park impazzito. Dopo le prime otto uscite condite da 2 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, El Loco trova l'alchimia, passa al 3-4-1-2 (o 3-4-2-1) e costruisce vittorie su vittorie fino ad arrivare al passaggio del turno in Champions e alla vittoria da film, nella sera di ieri, contro il Real Madrid. Le statistiche recitano 38 gol fatti e 22 subiti. Ma come gioca il Siviglia di Sampaoli?
Osservare le squadre di Sampaoli, e nel dettaglio il suo Siviglia, è uno spettacolo per gli occhi, una concentrazione massima ed un'attenzione ai particolari che non è umana. Sampaoli vuole una squadra capace di scardinare, mediante un intelligente giro palla, la struttura posizionale avversaria. La costruzione del gioco parte dal basso con i giocatori arretrati che sono invitati a far girare la palla evitando lanci lunghi che sono banditi dalla mentalità Bielsistica. Nasri arretra nella linea dei centrocampisti e rappresenta insieme a N’Zonzi un facile appoggio per i 3 difensori. Avendo ben 5 giocatori ad impostare c'è inevitabilmente una superiorità numerica e si può così garantire una pulita trasmissione del pallone, senza intoppi insomma.
Il secondo punto cardine del gioco di Sampaoli è l'occupazione degli spazi, visto che lo spazio tra le linee avversarie e gli "spazi di mezzo" è il luogo da occupare per garantire un giro palla più efficace. I calciatori andalusi, in particolare Vitolo, Mariano, Escudero e Iborra, sanno fare di necessità virtù e laddove si presenti l’opportunità sono pronti ad attaccare direttamente la porta avversaria. Non è un caso che i 2 gol contro l’Atletico Madrid e lo Sporting Gijion siano arrivati grazie ad azioni in velocità. Al contrario, nel caso di perdita del possesso la transizione è gestita in maniera aggressiva sulle linee di anticipo.
Ad inizio anno Sampaoli portava molti uomini sopra la linea del pallone e quindi si esponeva a transizioni pericolose. Probabilmente, anche a causa di questi problemi, da molte partite partite il tecnico Cileno ha cambiato sistema di gioco passando dal 4-1-4-1 al 3-4-2-1 visto che prendere gol in contropiede era all'ordine del giorno. Nella fase di non possesso il 3-4-2-1 può anche diventare un 5-4-1 fortemente orientato sull’uomo. La menzione speciale va fatta all'enorme quantità di talento che ha il Siviglia dalla metà campo in su come dimostrano le doti eccelse di Vazquez, Vietto, Ben Yedder, Vitolo e al contempo la grinta e la classe di N'Zonzi ed il capitano Iborra. Concentrandoci sul reparto offensivo, come non elogiare la coppia Vietto-Ben Yedder capace di segnare 25 gol in tutte le competizioni, coadiuvata dell'estro di Vitolo e Vazquez non avrà problemi ad arrivare a quota cinquanta. Occhio anche ai vari Kranevitter, Sarabria e Correa senza dimenticare Ganso.
La partita con il Real Madrid può essere la chiave di volta. La classifica ora sorride, la vetta è a meno uno e, con un Loco cosi, sognare non costa nulla nella meravigliosa giostra di Siviglia.