E ora in Spagna la chiameranno zona Sergio Ramos. Con buona pace dell'oriundo Renato Cesarini, da cui deriva la nota espressione che designa i minuti finali di una partita di calcio, quelli in cui in genere un gol risulta decisivo. Il Cesarini dei tempi moderni è appunto Sergio Ramos, capitano andaluso del Real Madrid, che di mestiere fa il difensore, ma non riesce proprio a togliersi il vizio di segnare reti pesantissime, buona parte delle quali nei pressi del novantesimo minuto.
In soli sette giorni il numero quattro merengue ha tolto diverse castagne dal fuoco a Zinedine Zidane, consentendo al suo allenatore di eguagliare e poi superare Leo Benhakker (tecnico del Real di fine anni Ottanta, altra squadra leggendaria). Le sue due capocciate al Camp Nou (riacciuffato il Clasico contro gli arcirivali del Barcellona) e al Santiago Bernabeu ieri contro il Deportivo La Coruna (un 3-2 folle in favore della Casa Blanca) hanno infatti regalato un totale di tre punti (togliendone due ai blaugrana) al club merengue, primo e imbattuto in Liga a quota 37 punti.
Una dolce abitudine per il Real Madrid, una tassa, forse anche una tortura per i suoi avversari, che hanno spesso visto svanire vittorie prestigiose a causa dei guizzi dell'andaluso. Tra i 63 gol messi a segno da Ramos con la camiseta blanca, ce ne sono alcuni ormai indelebili nella memoria dei suoi tifosi. Si può iniziare dai due colpi di testa - quasi in fotocopia - con cui l'andaluso freddò Manuel Neuer nella gara di ritorno della semifinale di Champions League contro il Bayern Monaco della stagione 2013/2014. Una doppietta che sancì il dominio del Real di Ancelotti contro il Bayern di Guardiola all'Allianz Arena (0-4).
Reti che furono però solo il preludio all'ormai leggendario colpo di cabeza nella successiva finale di Lisbona, al 92' minuto, che tolse la Coppa dei Campioni dalle mani dei cugini dell'Atletico e la portò sull'altra sponda del Manzanarre, per la Decima volta.
Colchoneros che hanno dovuto subire un trattamento simile anche nella finale di Champions dello scorso giugno, quando fu sempre Ramos ad aprire le marcature su calcio piazzato (ancorchè in fuorigioco), oltre a segnare poi durante la sequenza sportivamente drammatica dei calci di rigore.
Un'Undecima che porta in calce la sua firma, esattamente come il Mondiale per Club vinto dal Real nel 2014: in quella occasione, in finale contro gli argentini del San Lorenzo, fu sempre il difensore nativo di Siviglia a timbrare il cartellino per il 2-0 finale.
Novantaduesimo minuto ancora una volta momento Ramos persino a Trondheim, in Norvegia, dove lo scorso agosto si è disputata la finale di Supercoppa Europea tra il Madrid e il Siviglia di Jorge Sampaoli, a un passo dall'alzare il trofeo, prima che proprio l'ex di turno pareggiasse (di testa, e dov'è la notizia) per prolungare la sfida ai supplementari, decisa poi da Dani Carvajal.
Il resto è storia recente, con i due gol nel Clasico di otto giorni fa e nella rimonta contro i galiziani del Deportivo ieri al Santiago Bernabeu. Una lista di reti decisive in zona Cesarini che potrebbe allungarsi già a partire da questa settimana, quando il Real Madrid tenterà l'assalto all'edizione 2016 del Mondiale per Club. Gli avversari sono avvisati, mentre tira un sospiro di sollievo il Granada, prossimo avversario dei merengues in Liga, perchè contro di loro, al rientro dalla sosta natalizia, Sergio Ramos sarà squalificato.