Sabato pomeriggio assisteremo ad uno degli incontri più attesi di tutta la stagione, uno scontro tra titani: El Clasico tra Barcellona e Real Madrid, con le Merengues, in testa alla classifica della Liga a 6 punti di distacco da tutti, che andranno in terra catalana alla ricerca dei tre punti che permetterebbero di allungare a +9. Luis Enrique e i suoi non hanno però di certo intenzione di farsi scappare la possibilità dello scontro diretto per accorciare a -3 sugli eterni rivali.
Solitamente il Clàsico è una di quelle partite in cui non conta solo la vittoria, ma anche la gloria e l'onore. Una partita che vale 6 punti, si direbbe, ma purtroppo per il Barça non è così. Luis Enrique sarebbe più che felice di poter agganciare il Real in testa, ma questa vittoria accorcerebbe solo le distanze tra le due squadre. Proprio per questo l'allenatore blaugrana non può sbagliare: un ko in casa contro un Real che sta viaggiando come un treno potrebbe essere letale. Fino ad ora le statistiche parlano chiaro, su un totale di 231 incontri i Galacticos sono in vantaggio - 93 vittorie contro 90 - su un Barcellona che non ha nemmeno il favore del pronostico, pendendo quest'ultimo tutto dalla parte degli uomini di Zidane; il tecnico francese ha dimostrato di essere più forte delle critiche e degli infortuni.
Il Real Madrid si presenta infatti in maniera piuttosto positiva al Clasico, con Zizou abile nel dribblare i molteplici infortuni che hanno tempestato lo spogliatoio dei Blancos, privo di Bale, Morata e Kroos, ma che nell'arco di questa prima parte di campionato ha visto fermarsi ai box svariati titolari, tra i quali Modric, Benzema, Casemiro, Ramos, Pepe e Marcelo. Come ripetuto in precedenza, Zidane ha saputo mantenere un buon gioco e una mediana di qualità sfruttando nomi del calibro di James Rodriguez, Isco, Lucas Vazquez e Kovacic. Quest'ultimo è entrato alla perfezione negli schemi delle merengues, dando qualità e sicurezza a centrocampo, con Zidane che ha trovato in lui non solo un sostituto, ma una valida alternativa in mediana all'ancora convalescente Casemiro, che non gioca dal 18 Settembre. Il Real si presenta con una mediana piuttosto solida e rodata, la quale dovrebbe comporsi del pilastro Modric, affiancato proprio dal sopracitato Kovacic e da uno tra James ed Isco, mentre Lucas Vazquez rimpiazzerà Bale sull'out di destra nel tridente offensivo.
Il Barcellona, dal canto suo, si presenta invece in una situazione del tutto opposta a quella del Real, con Luis Enrique che non è ancora riuscito a sostituire Iniesta, fino ad ora l'unico uomo ordine nel centrocampo blaugrana. I catalani, come i loro rivali, godono di una rosa molto ampia e con elementi di tutta qualità, ma che sembrano non essere in splendida forma, a partire dal senatore Busquets, passando per i canterani Rafinha e Denis Suarez e per il giovane Andre Gomes, che ha deluso le aspettative, mancando di continuità e brillantezza. Anche quelle che ormai sembravano delle sicurezze stanno venendo a mancare, con Busquets e Rakitic che stanno visibilmente calando sotto il profilo fisico. Così il centrocampo del Barcellona si arrugginisce e deteriora, con la mancanza del suo ingranaggio più importante. Per fortuna di Luis Enrique, con molta probablità don Andrès potrà essere disponibile già per il Clasico, anche se non sarà nella forma migliore. Di certo sarà comunque uno stimolo e un punto di riferimento per i compagni. Per Luis Enrique c'è solo una certezza, ed è quella del reparto offensivo, composto dalla MSN, i tre pistoleri che hanno sempre un proiettile in canna per stravolgere la partita. Qualora il centrocampo non riuscisse però a servirli e ad assecondarli, il gioco faticherebbe a concretizzarsi. Un momento molto difficile dunque per il Barça e per Luis Enrique, che si ritrova con un centrocampo ancora precario, alla ricerca di un giusto equilibrio, proprio in una delle partite più importanti della stagione.
Sarà uno scontro all'ultimo sangue, con il Barcellona che avrà bisogno di un sacrificio dell'intera squadra, ed il Real che si potrà permettere di aspettare l'arrembaggio catalano senza esporsi troppo, per poi colpire in ripartenza.