"Se tutti giocassero al mio livello, saremmo primi in campionato". Le parole di Cristiano Ronaldo, pronunciate a botta calda dopo la bruciante sconfitta nel derby di Madrid, non hanno fatto altro cha aumentare la tensione nell'ambiente merengue, già da tempo sull'orlo di una crisi di nervi. Inutile sottolineare quale risonanza abbiano avuto in Spagna (ma non solo, il Real è il primo club al mondo quanto a seguito mediatico) le bordate del portoghese nei confronti dei suoi compagni di squadra.
"Sono deluso, sono tra i più grandi goleador di sempre, ma non vedo nessuno vicino a me - l'attacco senza filtri di CR7 - e questo mi dà fastidio, perchè voi (riferendosi ai giornalisti) sembra che mettiate in piedi sempre una persecuzione contro di me. Cristiano gioca male e il Madrid perde...No, anzi, se tutti fossero al mio livello saremmo nettamente primi in classifica. La stampa molte volte è ingiusta nei miei confronti. Ogni anno, qui in Spagna, sembra di stare in una situazione schifosa (altro in realtà il termine utilizzato), ma la realtà è che i numeri non ingannano. Guardateli, è facile. Per vincere una competizione lunga e importante come la Liga, bisogna avere a disposizione i migliori giocatori, altrimenti è complicato. Non voglio sminuire il valore degli altri calciatori che giocano nel Real, perchè sono tutti bravi, ma adesso ci manca Marcelo, ci manca Pepe, così come Bale e Karim. Non sto dicendo che chi ha giocato è meno forte degli altri, però i grandi giocatori fanno la differenza. A me piace giocare con Karim ad esempio, e quando lui non c'è è tutto più difficile. Lo stesso discorso vale per Bale, per Marcelo. Danilo oggi è stato il migliore in campo, ma nell'arco di una stagione è diverso, perchè i migliori sono tali sempre, ogni partita. Non voglio dire che Jesè, Lucas e Kovacic non sono bravi, sono molto bravi, però..." Ronaldo ha poi proseguito attaccando le scelte della precedente gestione tecnica: "Non so se per sfortuna o per una preparazione atletica sbagliata in estate, ma ora siamo pieni di infortunati, e la cosa ci danneggia tantissimo, soprattutto quando giochiamo fuori casa. La Liga è praticamente persa, è un fatto. Ovviamente lotteremo fino alla fine, ma sappiamo che vincerla sarà quasi impossibile. Ci resta la Champions, che è una competizione diversa, vediamo lì cosa succederà".
Queste solo alcune delle dichiarazioni del lusitano, soffermatosi insolitamente a lungo con i giornalisti del Santiago Bernabeu, probabilmente proprio per sfogarsi e mandare un messaggio ai naviganti, nella fattispecie compagni di squadra e, soprattutto, società. Se il Real è costretto a giocare senza un terzino mancino in mancanza di Marcelo, senza un centravanti vero in assenza di Benzema, le responsabilità sono di chi ha costruito la squadra in estate. Troppo facile individuare le sagome di Florentino Perez e Rafa Benitez dietro le accuse di Ronaldo, costretto poi dallo stesso club a innestare una veloce retromarcia, chiarendo al quotidiano Marca di riferirsi soltanto "al livello fisico, non di gioco. Non sono migliore di nessuno dei miei compagni di squadra". Una mezza smentita che in realtà non cambia i termini della questione, perchè se è vero che il portoghese ha sbagliato modi, toni e sede per dire la sua sulle lacune della rosa, è altrettanto vero che ha centrato uno dei tasti dolenti di questa stagione del Real. Per un giocatore dall'ego smisurato come Ronaldo, dover dialogare in una partita così importante con ragazzi spaesati come Lucas Vazquez, Borja Mayoral e con lo stesso Danilo, fuori ruolo perchè in rosa non ci sono altri terzini sinistri oltre a Marcelo, è evidentemente qualcosa di inaccettabile, che provoca frustrazione e rabbia, peraltro già visibili sul terreno di gioco. Ecco quindi la chiamata in causa di Perez e Benitez, gli architetti di un"edificio ora in fiamme", per usare un'immagine in voga questa mattina sui quotidiani di Madrid per definire il Real di questa stagione.