In pochi stadi del mondo può accadere che la squadra di casa venga fischiata dai suoi sostenitori al termine di una partita - di cartello - vinta con conseguente qualificazione al turno successivo conquistata sul campo. Eppure è esattamente ciò che si è verificato ieri sera al Santiago Bernabeu di Madrid, dove il Real, vittorioso per 1-0 sul Psg (gol di Nacho subentrato all'infortunato Marcelo), è stato accompagnato negli spogliatoi da un'ondata di fischi di disapprovazione di buona parte dello stadio, evidentemente delusi dalla prestazione degli uomini di Benitez. Il day after non cambia la prospettiva del madridismo, con il quotidiano Marca che parla di "gioco povero" e di un Sergio Ramos costretto ad ammettere che ci sarà da riflettere su "tutto ciò che non è stato fatto bene", quasi a scusarsi pubblicamente davanti al tifo merengue per una prestazione esclusivamente difensiva, mai gradita dalle parti di Chamartin.
Rafa Benitez ha fatto spallucce, minimizzando in conferenza stampa il rumore degli amici: "Fischi? Abbiamo vinto, siamo qualificati agli ottavi e imbattuti, con zero gol subiti e un doppio confronto con una grandissima squadra alle spalle", come dire che chiedere di più sarebbe troppo anche per un ambientino come quello di Madrid. Eppure l'etichetta di difensivista ormai affibbiata al tecnico del Real, inizialmente frutto di un abbaglio collettivo, pare da ieri trovare qualche giustificazione. Le assenze per infortunio di Gareth Bale, Karim Benzema e James Rodriguez hanno indotto il tecnico ex Liverpool e Napoli a varare uno schieramento molto più abbottonato rispetto alle abitudini della Casa Blanca, con Casemiro al centro del campo vicino a Modric e Toni Kroos sgravato da parte dei compiti difensivi e teoricamente più vicino al tridente formato da Isco, Cristiano Ronaldo e Jesè. La gara di ieri contro una squadra che ama palleggiare per poi accelerare negli ultimi venti metri come il Paris di Laurent Blanc ha però mostrato tutti i pregi e i difetti di un assetto del genere: linee molto compatte ma troppo schiacciate verso la propria area di rigore, difficoltà a imbastire ripartenze incisive, e scatti di isterismo provocati a Ronaldo, particolarmente irritato per essere stato lasciato solo a lottare contro la difesa avversaria. Ci ha pensato il solito Keylor Navas di questo avvio di stagione a chiudere la porta merengue, sbarrando la strada a Di Maria e compagni, tornati a Parigi con rimpianti assortiti per le occasioni clamorose mancate da Cavani, per il palo di Rabiot (sostituto in corsa di Marco Verratti, out per un problema alla caviglia) e per una traversa dello stesso Fideo.
I numeri sono dalla parte di Benitez, primo in campionato e già tra le migliori sedici in Champions League, con zero gol subiti in Europa e una solidità difensiva che il Madrid non mostrava da anni (nemmeno dai tempi di Josè Mourinho). Tra chi rimpiange Ancelotti e chi invece appoggia la svolta pragmatica del nuovo tecnico, le prospettive per il Real variano a seconda di ciò che accadrà con il rientro a pieno servizio dei big in attacco. James Rodriguez era già a disposizione ieri sera, mentre per Bale e Benzema ci sarà da attendere qualche giorno in più, ma nessuno dalle parti del Bernabeu mette in dubbio la loro presenza nel clasico del 22 novembre, primo spartiacque di un campionato che vede attualmente appaiate le due grandi favorite per la corsa al titolo. La sensazione è che Benitez abbia approfittato delle assenze in attacco per attuare qualche modifica tattica che aveva programmato già quest'estate, quando aveva lasciato intendere di preferire Ronaldo come punta centrale, accantonando Benzema, e di voler cambiare posizione a Toni Kroos, arrivato con le gomme sgonfie nel finale della scorsa stagione. Proprio il tedesco è stato riportato in un ruolo diverso, leggermente più avanzato rispetto alla linea mediana, in cui Casemiro è diventato titolare per dare più copertura alla difesa.
Ma questo 4-3-3 spurio adottato nell'ultimo mese rimane una soluzione contingente, in quanto sarà impossibile tener fuori due tra Bale, Benzema e James, a meno di non voler ripetere prestazioni come quella di ieri sera, e sperare nella benevolenza del portiere avversario (clamoroso l'errore di Trapp in occasione della rete di Nacho). Perchè a Madrid i risultati non sono tutto, come sa bene anche Ronaldo, che ha recentemente dato fiato alle voci che lo vorrebbero lontano dai blancos, e ieri resosi protagonista di uno scambio di battute con Blanc all'uscita dal campo che alimeneterà ancor di più i rumors sul suo futuro.