Il leggendario numero 7 del Real Madrid appende gli scarpini al chiodo dopo 21 anni di carriera. L'annuncio nella giornata di ieri del ritiro di Raul Gonzalez Blanco, semplicemente RAUL.
L'attaccante spagnolo, attualmente giocatore del New York Cosmos, ha deciso che si ritirerà al termine dell'attuale stagione di North American Soccer League (NASL). "Non è un momento facile - ha detto Raul ai giornalisti annunciando la sua decisione - però credo che sia il momento più corretto per dire addio. Quando ho firmato per i Cosmos (dicembre scorso n.d.r.) dissi che avrei valutato la mia continuità in funzione di come mi sarei sentito in forma." Per quanto riguarda il futuro Raul non ha ancora deciso nulla: "Adesso darò tutto me stesso per aiutare i Cosmos a vincere il campionato. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato nella mia carriera e specialmente ai tifosi del Cosmos che mi hanno ricevuto e appoggiato con molto affetto dal momento del mio arrivo a New York." Queste le ultime parole di Raul.
21 stagioni tra i professionisti ma una vita segnata indissolubilmente con la camiseta blanca del Real Madrid. 22 trofei, di cui 17 vinti a Madrid, ma soprattutto 0 cartellini rossi ricevuti in carriera. La leggenda di Raul parte inevitabilmente da questi dati. Parlare del numero 7 del Real è parlare di calcio, di gol, partite, record e trofei. Un giocatore che ha vinto quasi tutto quello che c'era da vincere, gli unici rimpianti con la seleccion spagnola di calcio, e la sua leggenda si è consumata nel club per antonomasia. Il club-sogno di ogni giocatore, giocarci e vincerci da capitano è stato unico per Raul. Dopo Puskas, Di Stefano e Butragueño c'è Raul Gonzalo nella leggenda del Madridismo.
In Spagna ha vinto 10 trofei ripartiti in: 6 Liga (94/95, 96/97, 00/01, 02/03, 06/07 e 07/08) e 4 supercoppe spagnole (96/97, 00/01, 02/03 e 07/08) nella bacheca di Raul in territorio spagnolo manca solo la copa del rey. Ma le più grandi soddisfazioni con la maglia del Real Madrid se le è tolte a livello continentale. La Sèptima (1998), la octava (2000) e la novena (2002). Ben tre Champions League con la maglia del Real Madrid segnando due gol in altrettanti finali: il 3 a 0 definitivo contro il Valencia a Parigi nel 2000 e il gol che sbloccava il match di Glasgow vinto 2 a 1 dal Real Madrid contro la sorpresa Bayer Leverkusen (nella notte del gran gol al volo di Zidane). Quello era il Real Madrid de Los Galacticos, a Madrid in quegli anni passarono Ronaldo, Owen, Zidane, Beckham ma rimase sempre e solo il Real Madrid di RAUL. Ai trofei conquistati con il club della capitale si aggiungono due coppe intercontinentali (1999 e 2003) e una supercoppa europea (2002). La sua carriera è proseguita con lo Schalke 04 (arrivò nell'estate del 2010 per giocarsi un posto in Sudafrica dove poi la Spagna vinse il suo primo mondiale) e in Asia con l'Europay.
Dal Qatar poi si è spostato in America per concludere la sua carriera. I trofei individuali raggiunti da Raul nel Real Madrid ne hanno segnato la sua leggenda. Pichichi (capocannoniere) di Liga nel 1998/99 e 2000/01 ma soprattuto 323 gol in blancos (record appena "abbattuto" da Cristiano Ronaldo) che gli hanno permesso di superare una leggenda come Di Stefano e issarsi per anni (sempre prima del ciclone Ronaldo) come miglior marcatore assoluto delle competizioni europee. Storico e romantico il duello con Pippo Inzaghi che ci ha accompagnato fino a qualche anno fa prima del duopolio Cr7-Messi. Capocannoniere della Champions League 1999/2000 e 2000/01, secondo classificato al pallone d'oro nel 2001, incluso nella lista dei migliori 100 giocatori vivi del XX secolo e nella lista dei migliori 50 giocatori dei primi 50 anni di Champions League. I numeri della leggenda sono questi. In spagnolo per ringraziare qualcuno si dice "Ha sido un placer". Beh: ha sido un placer averti visto giocare Raul.