Il cielo è grigio sopra Madrid questa mattina. Di un grigiore pesante, opprimente, le nubi hanno preso il sopravvento e nascosto il sole della Decima. Al Real Madrid, la squadra più conosciuta al mondo, non puoi dormire sonni tranquilli neppure se al primo anno hai messo in bacheca quella che ormai era, per tutti, un' ossessione, un' ossessione durata 13 anni e che ha portato via dalle casse dei galacticos centinaia di milioni di euro. Non puoi stare tranquillo se vinci, figuriamoci se perdi. Le stelle devono brillare. Sempre. Sei condannato ad un triste destino: vincere, vincere e ancora vincere. Anzi, vincere giocando bene e meglio ancora, a voler esagerare, se in campo c'è grigio qualche prodotto della cantera. Da questa, infatti, sono usciti calciatori unici divenuti bandiere e idoli dei tifosi. Per citarne alcuni: Butragueno, l'avvoltoio; Raul e Casillas, uomini simbolo della storia recente del club.
E, se nelle ultime 6 partite in campionato, hai collezionato gli stessi punti dell'Elche, che però ha ben altre ambizioni visti i soli tre punti di distanza dall'Almeria terz'ultima, allora apriti cielo e giù lampi e tuoni, fischi e critiche. Con quella di ieri sera, le sconfitte nella Liga, sono già 5 e, adesso, i tanto odiati rivali catalani fanno davvero paura. I blaugrana hanno già messo i propri artigli sulla carcassa blanca e vogliono azzannarla, oggi, al Camp Nou, dove alle 12 incontreranno il Rayo Vallecano, undicesimo con 29 punti. Chi lo avrebbe mai detto dopo quella interminabile sfilza di vittorie consecutive lunga ben 22 partite? Dal 5-1 al Basilea del 16 settembre fino al 2-0 al San Lorenzo del 20 dicembre in finale di Coppa del mondo per club. 81 gol fatti (oltre 3,5 a partita) e solo 10 subiti. Adesso la squadra di Ancelotti è irriconoscibile, svogliata, lenta, senza idee e cattiveria. Ronaldo non segna più a raffica; Kroos sente l'usura per i troppi match disputati in stagione; Modric è fuori da troppo tempo e i vari Illarramendi, Lucas Silva e Khedira non si sono mai dimostrati in grado di non far rimpiangere la stella croata. In ultimo gli infortuni del difensore goleador Sergio Ramos e di James Rodriguez, la rivelazione dell' ultimo mondiale brasiliano che ha fatto impazzire Perez, desideroso di raggiungere un altro fenomeno al suo dream team.
Carletto ieri sera ha detto: "Quello che stiamo facendo è tutto molto confusionario. Ci manca efficacia ed essere più cinici davanti. È una questione tecnica, non psicologica o di atteggiamento della squadra."
Martedì c'è già lo Schalke 04, in Champions League, da cui ripartire. Forte non è chi non cade, ma chi cadendo trova la forza di rialzarsi.