Fuori rosa, multati, pronti all'addio. Da Napoli a Parigi, il destino di Cavani e Lavezzi segue il medesimo filo conduttore. Il rientro in ritardo, l'assenza a Marrakech, nel ritiro chiamato a ricostruire solide mura attorno a un gruppo sfilacciato, la sensazione di cocci insanabili, tutto porta a un burroscoso confronto, a un addio inevitabile. Il Pocho e il Matador, coccolati nella calda Italia del Sud, non trovano più le risposte giuste al Parigi. In un contorno di stelle di prima grandezza, dall'ego smisurato, in un campo troppo piccolo per assecondare i desideri di tutti, difficile ricevere attenzioni e luce.
Lavezzi sbatte la porta, rompe per primo e con più forza. Guarda all'Italia, all'Inter, sonda le sirene europee e non vuol attendere giugno per tornare protagonista. Il Psg acconsente, ma senza svendere. Cavani è argomento più complesso, perché l'assegno ingente strappato dallo sceicco per portarlo in Francia richiede una compensazione adeguata, non consona a un mercato riparatore. L'uruguaiano, accolto bene al Psg, ma costretto al ruolo di spalla, sull'esterno di Ibra, totem primo e unico, perde via via smalto e positività, fino ad oggi, ai saluti. A giugno in tanti per Cavani, su tutti l'Arsenal.
Lavezzi, Cavani, ma anche Thiago Motta. Nei giorni scorsi l'accostamento con Inter e Milan, ma anche con United e Real. La confusione alla corte di Blanc rende molti perplessi. Una squadra creata per vincere tutto si trova in piena lotta in Ligue 1 col Marsiglia di Bielsa e agli ottavi in Champions, ma con lo smacco del Camp Nou.
Al Khelaifi prepara cambiamenti di portata enorme, partenze eccellenti, arrivi super, volando oltre i vincoli del Fair Play, creando un sistema in grado di guadagnare, produrre, ricavare. Pogba, il sogno, Lavezzi e Cavani, i sacrificabili.
Fonte Gazzetta dello Sport