Frustrante, non c'è altro aggettivo per definire quanto visto oggi. L'Italia ha fatto la partita contro una Francia illuminata dai lampi dei propri - fortissimi - singoli ma collettivamente imbarazzante, ma alla fine della fiera il risultato è stato ancora una volta lo stesso: la squadra di Brunel salva faccia e torneo sfruttando le amnesie difensive degli azzurri, che tornano a casa con il solito 0 alla voce "punti" che però mai come stavolta appare immeritato. Due partite giocate al meglio delle proprie possibilità, altre due che con prestazioni più lucide si sarebbero potute portare a casa, nel complesso un torneo che ha visto una squadra in netta crescita alla quale è mancato soltanto il guizzo decisivo.
Eppure l'inizio di partita è tutto dell'Italia, con due calci di punizione conquistati e 6 punti in saccoccia con il piede di Tommaso Allan. Basta però una disattenzione, e al primo errore la Francia passa in vantaggio: Medard trova il buco su Parisse ed Esposito per poi servire a Dupont il facile pallone per la meta in mezzo ai pali, con il conseguente 6-7. E' il momento della Francia, che allunga ancora sul 6-10, ma la luce si accende e si spegne e appena ciò avviene l'Italia si riporta sotto, una penaltouche dietro l'altra e gli ultimi 15 minuti si giocano praticamente tutti nella metà campo transalpina: manca però ancora una volta il killer instinct, quello che in queste situazioni permette di "ammazzare" la partita, che invece scorre all'intervallo senza altri cambi di punteggio.
Un primo tempo costellato di errori da entrambe le parti, ma è imperdonabile la serie di occasioni sprecate nel finale di frazione: prima Allan lancia col piede l'inserimento di Zanon, ma l'ovale sbatte incredibilmente sulla base del palo e taglia le gambe al giovane esordiente; tre minuti dopo Sisi per un niente non riesce a schiacciare, e sulla successiva mischia si regala il calcio di punizione alla Francia; e infine a tempo scaduto ennesimo in avanti a 5 metri dalla linea di meta.
Nella ripresa è di nuovo l'Italia ad attaccare, conquistando un calcio di punizione trasformato da Allan per il 9-10, ma appena rimesso in gioco il pallone arriva il secondo regalo ai francesi: Ntamack si libera di Tebaldi e serve Medard, che trova al largo Huget e gli regala il pallone della seconda meta. Sul 9-17 gli azzurri hanno l'immediata occasione per tornare sotto break con un calcio centrale, che però viene incredibilmente sbagliato da Allan. L'Italia però è in un altro dei suoi momenti migliori, si riporta stabilmente nella 22 avversaria e stavolta trova la marcatura con il guizzo di Tito Tebaldi, che finta la giocata larga e poi si butta lui stesso sulla linea di meta: manca però la trasformazione di Allan, che porta a 5 il numero dei punti mancati dalla piazzola.
Il finale di partita diventa un assalto, Ntamack fa respirare i suoi con un drop che porta il risultato sul 14-20, ma sono gli azzurri ad attaccare come dei dannati, esattamente come nel finale di primo tempo: Tebaldi tenta la stessa giocata della meta e trova nuovamente il buco, ma stavolta manca di poco la linea e il pallone gli sfugge in avanti. Si tenta ancora la touche con successiva maul, spesso respinta in modo irregolare dai francesi: primo fallo, secondo fallo, terzo fallo, l'arbitro non può far altro che ammonire Chat. Con la Francia in 14 l'Italia non può non vincere questa partita, ma la cronica sterilità offensiva dei ragazzi di O'Shea si palesa in maniera ancora più evidente: ciliegina sulla torta è la meta annullata a Zanon, che riceve il pallone al largo e si invola verso la meta, ma Penaud arriva col placcaggio alla disperata e gli schiaffeggia il pallone dalle mani quando ormai la marcatura sembrava portata a casa.
A questo punto gli azzurri, nonostante la superiorità numerica, non ne hanno davvero più: sul ribaltamento di fronte, pallone liberato dal box, Ntamack ruba il tempo ad Hayward sulla presa alta e serve a Penaud il pallone della meta che chiude la partita. Finisce 14-25, con la Francia che porta a casa la partita senza sapere nemmeno come e l'Italia che chiude il torneo con il suo nono cucchiaio di legno in 20 partecipazioni. Una sconfitta immeritata per quello che si è visto in campo, ma che dimostra quanto manchi ancora la maturità per portare a casa risultati contro squadre di questo livello.