Roger Federer non si ferma più, è in finale anche alla Rogers Cup. A Montreal, batte Robin Haase ed affronterà il vincente della sfida tra Shapovalov e Zverev.
Si specchia nuovamente il cigno olandese, dopo aver creduto per troppo tempo di essere un brutto anatroccolo. Tuona l'ex enfant prodige de L'Aia, e spicca il volo guardando l'infinito, dopo aver messo paletti nella sua carriera. Cultore del kick e del dritto lungolinea, carente sul rovescio, Robin Haase entra a piccoli passi nel mondo di Roger Federer; leggenda, sommelier svizzero, leggero, delicato ed armonico come lo Chardonnay, leggermente acido ed invadente come il Muller Thurgau.
Centrato e ficcante Federer, ottimo l'inizio in battuta dove articola bene i colpi usandoli in maniera certosina; in risposta tira fuori gli artigli, e ferisce un Haase distratto tatticamente - controproducente la gita a rete susseguente al servizio - e falloso. Sale 0-40; dritto e servizio più un paio di leggerezze lo costringono ai vantaggi, dove piega la resistenza dell'olandese. L'elvetico si culla sugli allori, gioca con sufficienza, e nel successivo si complica la vita: non entra la prima, macchinoso in uscita dal servizio e falloso. Scende 0-40, cancella soltanto una palla del contro break prima di cedere. Il saggio di bellezza offerto con il passante incrociato di rovescio conferma il passeggero momento di appannamento. Federer spinge ulteriormente, scalda i motori, e si guadagna la palla break con una demi-volèe mistica che spezza le gambe ad Haase. Break. La partita si stabilizza e scivola via in maniera docile, senza alcun grattacapo per il rosso crociato, set.
Scorrono veloci i primi game del secondo parziale, con i duellanti che tengono agevolmente i propri turni in battuta. Haase trova ristoro nella prima e poggia molto sul dritto; Federer varia e manda in tilt il rivale con continui back sul suo dritto. Si scivola senza particolari scossoni, con l'olandese che sale notevolmente al servizio, e Federer che non lascia spiragli. Sul 5-5, torna la lotta tra le due fazioni, con l'elvetico che trasporta Haase ai vantaggi: nulla da fare, due ace del suo dirimpettaio lo costringono al prolungamento. Il primo mini-break è di Federer - errore di manovra di Haase - che vola immediatamente 3-0. Arriva un secondo allungo, ma sul 4-1 lo svizzero commette un paio di leggerezze ampiamente evitabili, rimettendo in partita il suo dirimpettaio. La zampata vincente - però - arriva sul 6-5: Haase stecca, e Federer si ritrova ancora una volta in finale.