Andy Murray conquista i quarti di finale di Wimbledon. Sconfigge - senza grandi proclami - Benoit Paire in tre set tirati, ed affronterà ora Sam Querrey.
Il Middle Sunday spegne le luci della ribalta ai Championships, il lunedì della seconda settimana riaccende la contesa. Wimbledon indossa il vestito bianco; Murray è il primo paggetto che sostiene lo strascico, aspettando gli altri tre pretendenti alla corte della regina. Dall'altra parte della rete, fa capolino la barba hipster ed il carattere tanto autoritario quanto negligente di Paire. Tambureggiante con il rovescio, ottimo da fondo, sensibile al tocco. Lo scozzese timbra subito il cartellino in battuta, e prova a cucire la ragnatela in risposta; Benoit ora soffre, ora no sulle palle povere di peso sgorgate dal back dell'avversario, cercando anche soluzioni fruttuose con il rovescio. Salva un break point, vince il game, e ribalta le sorti nel successivo. Ubriaca Murray con soluzioni da fondo e corte, accoglie alcuni errori di manovra, va sopra 15-40 ed alla seconda opportunità certifica l'allungo.
E' il primo dei tre step che vede il giocatore al servizio cedere la battuta: Paire restituisce il favore specchiandosi troppo nelle palle corte, nei dropshot; Murray si piega al cospetto del ficcante anticipo in risposta - soprattutto con il rovescio - del suo dirimpettaio. 3-2 per il transalpino, con servizio. Il set regala uno scorcio di tranquillità, con i due giocatori che tengono i rispettivi turni in battuta. Il nativo di Dunblane scocca la freccia vincente nell'8° game, quando Paire commette unforced pesanti e consegna palle facili al centometrista scozzese. Certifica la frittata con il doppio fallo. Murray fiuta l'opportunità e torna ad iniettare fiducia nella sua psiche, a tramutarla in colpi vincenti. Vince due game in maniera perentoria, getta pepe in risposta, ma il match termina al tie-break. Prolungamento senza storia, la centralina del transalpino va in tilt e consegna alla mercé dell'avversario succulenti gratuiti. 7-1, set britannico.
A detta di molti, il 1° game del secondo set resta lo snodo più importante dell'intera partita. Sia 2 su 3, sia 3 su 5. Paire non ferma l'emorragia di unforced, pecca di lucidità da fondo e si consegna a Murray. Lo scozzese sale 3-1, ma si fa riacciuffare alla prima occasione utile. Game banale, giocato in maniera sufficiente. Tanti errori di valutazione, da fondo; tante scelte scellerate a rete tra cui il back morbido azzannato e trasformato in un passante dal transalpino. E' costretto ad annullare due palle break nel 7° game, ma vede piena luce nel 9°. Paire incappa in un altro dei suoi game neri, perdendo coordinate e rotta da seguire. Il break torna ad essere territorio scozzese, il quale deve poi annullare 4 palle dell'immediato contro break nel successivo. Si aggrappa al servizio, gioca sul dritto flebile e scarico di Paire, e salva battuta e secondo set.
Il dolce sapore dell'equilibrio che dona torpore e tranquillità alla mente negli scampoli iniziali del terzo parziale. I primi 4 game raccontano un incidenza preponderante del servizio, poi torna la bagarre tra i due contendenti. A rischiare è Paire, il quale va sotto 0-40 - solito psicodramma con i colpi base ed accessori - ricuce con il servizio e - dopo 4 opportunità - salva il game ai vantaggi. Il match scivola rapido, Murray annulla una palla break prima di approfittare di due dritti affossati a rete. L'ultimo game è una formalità: game, set, match.
(1) A. Murray b. B. Paire 7-6(1) 6-4 6-4