Si chiude in maniera ancor più fantastica il 2016 di Andy Murray. Difficilmente il tennista scozzese potrà lamentarsi di un anno in cui ha messo le mani praticamente su tutto ciò che poteva desiderare. Il secondo titolo a Wimbledon, la medaglia d'oro alle Olimpiadi disputate a Rio de Janeiro, il nuovo trionfo a casa sua nelle ATP Finals di Londra, e soprattutto la scalata del ranking mondiale fino alla vetta, strappata anche questa a Novak Djokovic. Ma per una volta, non c'è del sale in coda a questo anno strepitoso per il nuovo "padrone" del tennis mondiale, il quale è stato insignito di quella che è la massima onoreficenza per una persona nata nel Regno Unito.
È notizia delle prime ore dell'ultimo giorno dell'anno, infatti, la nomina di Andy Murray come "sir". Una onoreficenza data dalla regina Elisabetta II al tennista britannico e ad altri quattro esponenti di spicco dello sport nel Regno Unito. Stiamo parlando del mezzofondista Mo Farah, vincitore di quattro medaglie d'oro ai Giochi di Rio; Lee Pearson, che sempre in Brasile ha portato a casa la medaglia d'oro numero 11 in carriera alle Paralimpiadi; Jessica Ennis-Hill e Katherine Grainger, rispettivamente specialiste nell'eptathlon e nel canottaggio.
Andy Murray ha commentato con grande entusiasmo - e non poteva essere altrimenti - questa nomina che ha messo il suggello a un anno strepitoso sotto ogni punto di vista: "È il più grande onore che si può ottenere nel mio Paese. Sinceramente oltre ad esserne assolutamente onorato, mi sento troppo giovane per una cosa del genere". A Murray, per la cronaca, sono stati riconosciuti sia i meriti sportivi, sia l'impegno nell'attività di beneficenza. Ancora più felice dell'alto riconoscimento è stato Mo Farah, nato in Somalia e giunto in Gran Bretagna ad otto anni.