La seconda parte della stagione agonistica 2016 di Novak Djokovic ha lasciato perplessi in tanti, tra tifosi e addetti ai lavori. Il giocatore serbo, a lungo dominatore incontrastato del circuito, si è fermato alla vittoria del Roland Garros, completando così il suo career Grand Slam, ma da lì è andato in calando di risultati (eliminato al terzo turno a Wimbledon, al primo alle Olimpiadi, in finale agli US Open, male nei Master 1000 di Shanghai e Parigi-Bercy, sconfitto da Murray nell'atto conclusivo delle Atp Finals di Londra).
Una spiegazione delle difficoltà di Nole giunge in queste ore da Boris Becker, componente dello staff tecnico del serbo ed ex grande giocatore: "E' semplice - ha detto il tedesco in un'intervista rilasciata alla CNN - non ha più i suoi avversari, vale a dire Roger Federer e Rafa Nadal. Erano loro i veri rivali, Murray è sempre stato il quarto, anche se adesso sta mostrando qualcosa che non aveva mai fatto vedere in precedenza". Dunque, secondo Becker, l'assenza degli avversari storici (entrambi ai box per infortunio) avrebbe inciso sulle prestazioni di Djokovic. Ma c'è dell'altro, e il tedesco non si nasconde: "I primi sei mesi della stagione sono stati eccezionali per Nole, che ha raggiunto il culmine aggiudicandosi il Roland Garros e vincendo così quattro titoli dello Slam consecutivi, qualcosa che non era riuscito a nessuno dal lontano 1969, dai tempi di Rod Laver. Ovviamente dopo Parigi le sue motivazioni sono andate scemando: non capiva quale sarebbe potuto essere il suo nuovo obiettivo". Becker si sofferma poi anche sui presunti problemi familiari che avrebbero messo in difficoltà Djokovic: "Come staff tecnico avevamo le mani legate. Ha iniziato a concentrarsi su altre priorità, che non erano più quelle relative al campo. Ha voluto trascorrere più tempo con la sua famiglia, oltre ad avere altri interessi nel mondo degli affari".
Nonostante tutto, Becker non dubita che il suo allievo serba possa tornare ai livelli delle ultime annate: "E' stato praticamente una macchina per due anni e mezzo, a pieno regime. Dal punto di vista tennistico non si poteva fare di più. Novak è un grandissimo agonista: se la mia vita dovesse dipendere da un giocatore di tennis, sceglierei lui, ha la mia totale fiducia. Penso che tutto ciò che è accaduto di recente possa essere un punto di svolta per il suo 2017. Queste ultime sconfitte gli hanno fatto male, ma probabilmente saranno una buona occasione per ricaricarsi in vista dell'anno prossimo. Alla fine potrebbe essersi trattato di qualcosa di positivo. Novak ha giocato in modo un po' superficiale sia a Shanghai che a Parigi-Bercy. Poi si è creato questo grande evento delle Finals di Londra, con i primi due giocatori al mondo in lotta per la posizione numero uno. Per gli appassionati di tennis la finale del Masters è stata forse la partita più importante dell'anno, ma tutti noi del team di Novak siamo rimasti delusi e frustrati dal suo rendimento. E' stata una partita di nervi, e penso che Nole avesse più da perdere rispetto ad Andy, che comunque ha meritato di vincere".