Probabilmente Rafa Nadal se l'era immaginato diversamente questo venerdì 3 giugno. Da sempre il suo compleanno capita nella seconda settimana del Roland Garros, quest'anno poi proprio nel giorno delle semifinali maschili, in un turno in cui avrebbe potuto tornare a sfidare Novak Djokovic nella partita più attesa dagli appassionati di tennis maschile. E invece il freschissimo trentenne Rafa non potrà essere in campo, alle prese com'è con una difficile riabilitazione al polso della mano sinistra, ultima articolazione del maiorchino a costringerlo allo stop.

"E' un problema che mi porto dietro già dal Master 1000 di Madrid. Pensavo di riuscire a tenerlo sotto controllo, a Roma ho giocato sotto antidolorifici ed era andata bene. Anche i primi turni qui a Parigi sembravano ok, ma adesso sento molto dolore. I medici mi hanno detto che potrei rompermi il tendine se continuassi a giocarci sopra, quindi il ritiro è l'unica soluzione. Wimbledon? Non lo so, è ancora troppo presto", le parole del mancino di Manacor in una mesta conferenza stampa che ha sorpreso tutti una settimana fa al Roland Garros. Già, perchè Nadal sembrava aver intrapreso la strada del recupero verso la forma migliore, non quella dei bei tempi forse, ma certamente quella della ritrovata competitività ad alti livelli. Dopo l'eliminazione choc al primo turno degli Australian Open (per mano del connazionale Verdasco) e una campagna sudamericana condita da alti e bassi, Rafa aveva infatti ottenuto prima una semifinale sul cemento di Indian Wells (persa contro Djokovic), poi un bel successo sulla terra rossa del Principato di Monaco (in finale con Murray). In mezzo, il colpo di caldo subito a Miami, con conseguente ritiro in un torneo mai amato. Poi ancora padrone a Barcellona (k.o. Nishikori per prendersi il titolo) e sconfitta da Murray a Madrid. Al Foro Italico si era infine vista la miglior versione del Nadal 2016, pimpante e orgoglioso anche contro Djokovic in semifinale (due set a zero però lo score in favore dello spietato numero uno al mondo).

Una prima buona settimana a Parigi sembrava essere il preludio a una nuova sfida con il serbo, ma l'ennesimo infortunio articolare (dopo quelli alle ginocchia) ha mandato Rafa a far compagnia all'eterno rivale Roger Federer in infermeria, con la stagione sull'erba che ormai incombe (da lunedì partono i primi tornei in preparazione a Wimbledon). Il Nadal degli ultimi anni ha faticato tremendamente a trovare continuità sui prati, venendo spesso eliminato nei primi turni dei Championships (Steve Darcis, Dustin Brown, Nick Kyrgios e Lukas Rosol i suoi giustizieri nello Slam londinese), nonostante nella prima parte di carriera il maiorchino avesse imparato ad adattarsi anche a una superficie più veloce rispetto all'amata terra battuta. La sua campagna sull'erba sembra intanto già finita prima di cominciare: il maiorchino si è infatti già cancellato dal tabellone del torneo del Queen's e potrebbe dare forfait anche a Wimbledon, in programma tra poco più di tre settimane, qualora persistessero rischi per l'integrità del tendine del polso. Non sono infatti i Championships l'obiettivo 2016 di Nadal, che piuttosto non vorrebbe essere costretto a saltare per la seconda volta consecutiva i Giochi Olimpici. Già assente a Londra 2012, il mancino di Manacor ha ora due mesi davanti a sè per recuperare al meglio in vista di Rio, forse la sua ultima Olimpiade in carriera (lui che un oro in singolare l'ha vinto a Pechino 20008). Sfumato il sogno di riprendersi il Roland Garros, all'orizzonte può esserci dunque una medaglia in Brasile.