Boris Becker non smette di far parlare di sè. Nonostante attualmente il tedesco ricopra un ruolo più "istituzionale" rispetto al passato, essendo allenatore del numero uno al mondo Novak Djokovic, l'ex Bum Bum continua a disseminare battute al veleno all'interno del circuito Atp. Ed è nuovamente Roger Federer il destinatario dei suoi ultimi commenti, lo svizzero che è sembrato l'unico a poter contrastare il super Nole di questo 2015.
Becker si sofferma inizialmente sulle rivalità esistenti nel mondo del tennis, argomento già toccato nel suo ultimo libro pubblicato in estate: "Non ci sono più le rivalità di un tempo. Faccio un esempio: io e Michael Stich non eravamo di certo amici, tutti lo sapevano nel circuito. Ora lo siamo, ma quando giocavamo eravamo fieri di non esserlo. E' qualcosa che ci hanno domandato ogni volta che ci incontravamo. Una volta dissi ai giornalisti che avevo pochi amici, che Michael non era tra quelli e che pensavo che il tutto fosse più che normale. Ciò non significava che lo odiassi, ma di certo non eravamo molto vicini al di fuori del campo. Oggi uno è noto nello spogliatoio che Novak e Roger non siano grandi amici. Lo stesso valeva per me e Stich, non c'era odio ma solo rispetto reciproco. Quando Roger era ancora numero uno delle classifiche mondiali Nole spesso lo faceva arrabbiare chiamando il medical time-out durante i match. Ma è qualcosa di totalmente naturale, i due si rispettano ma non sono di certo amici".
Becker estende poi la sua versione dei rapporti tra giocatori anche agli altri big del circuito: "Il tennis maschile è oggi molto popolare, ed è il merito va a Roger, Novak, Rafa e Andy. Ma penso che potrebbe esserci ancora più visibilità se esistessero delle reali rivalità e ciascuno mostrasse davvero la propria personalità. Purtroppo su questo aspetto c'è anche l'influenza degli sponsor. Federer è certamente l'atleta più amato, piace a tutti, ma sei simpatico a tutti qualcuno potrebbe anche che non hai personalità. Non sto dicendo che non ne ha, perchè è evidente invece che ne ha, ma che continua ad avere sempre la stessa immagine agli occhi del pubblico. Ha guadagnato molto costruendosi questo tipo di personaggio, forse non sarebbe stato così se avesse mostrato le sue emozioni. E' lo sport di oggi, ma credo che le cose cambieranno nel giro di cinque anni con nuovi personaggi e diverse personalità. Il punto è che ormai con tutti i microfoni che ci sono a bordo campo siamo in grado di ascoltare qualsiasi cosa e quindi nessuno vuole esporsi troppo anche per non essere di cattivo esempio ai bambini e ai ragazzi che guardano il tennis. Però sia Nole che Rafa, con il loro stile combattivo, hanno trovato una soluzione per coinvolgere il pubblico con qualche pugno o urlo di incitamento. Non è certo un modo per mettere in difficoltà gli avversari, ma solo una maniera per mostrare le proprie emozioni".