Cambia torneo, ma la sinfonia è sempre serba. Per la nona volta in stagione Djokovic alza al cielo un trofeo, il quinto Master 1000 dell'anno (stavolta sul cemento di Shanghai), dopo tre prove dello Slam e l'Atp 500 di Pechino. Diciassette sono invece le vittorie consecutive dalla finale persa a Cincinnati contro Federer, addirittura ventidue i set conquistati consecutivamente dalla finale US Open dove, sempre lo svizzero, gli portò via l'ultimo parziale. Numeri spaventosi per quello che sicuramente è il giocatore più forte del circuito in questo momento, inavvicinabile per il resto del mondo (basti pensare la lezione che ieri Murray, numero due al mondo, ha preso in appena un'ora di gioco).
Partita che si è messa subito su binari che il serbo voleva. Infatti Tsonga, molto falloso, perde subito il servizio a 30 sotterrando malamente una volèe facile e Djokovic ringrazia scappando via 2-0. Momento buio che non si arresta per il francese, che perde nuovamente il servizio tentando una difficilissima palla corta sulla palla break e punteggio che dice 3-0 Nole. Nel quarto game piccolo rilassamento di Djokovic, che ogni tanto si ricorda di essere un essere umano, e sbaglia due dritti comodi e una volè e restituisce uno dei due break al francese. Guai ad illudersi però. Il serbo infatti riattacca subito la spina e con una striscia di tre game a uno e chiude definitivamente il set per 6 giochi a 1 in mezz'ora.
Nel secondo set finalmente vediamo sprazzi dello Tsonga che ci aveva incantato ieri con Nadal, soprattutto con il servizio e il dritto esplosivo, e questa volta non parte con l'handicap ma tiene il suo primo turno di servizio. Il problema però è sempre il “mostro” che c'è dall'alta parte della rete che, in queste secondo set, perde solamente un quindici sul proprio turno di servizio mentre il francese, nonostante una più alta percentuale di prime palle in campo, fatica a tenere i propri turni di battuta, vedendosi costretto ad annullare 5 palle break in tutto il set, tirando fuori dei veri e propri jolly, soprattutto sotto rete. Ma quando la pressione sale, ossia sul 4-4, la prima viene meno per Tsonga, che comunque rimonta da 15-40 giocando una splendida volèe ma la terza palla break gli è fatale e paga il momento con un doppio fallo che porta Nole a servire per il match. Servizio ovviamente tenuto a zero dal serbo, che chiude, in un'ora e diciotto minuti, con il punteggio di 6-2 6-4.
Adesso la nuova sfida per Djokovic si chiama Parigi-Bercy dove, in caso di vittoria, potrà alzare il suo sesto Master 1000 della stagione, impresa fino ad oggi mai raggiunta a nessun altro giocatore.