Simone Bolelli rinuncia al derby azzurro con Andreas Seppi. Un problema fisico costringe Bolelli al forfait e lancia Andreas al duello contro Rafa Nadal. Fabio Fognini controllo Aljaz Bedene e raggiunge il giovane Lucas Pouille. L'Italia della racchetta recita un ruolo importante sul rosso di Amburgo, in attesa delle semifinali in programma quest'oggi.

Non prima delle ore 13, Fabio Fognini insegue la finale, in un torneo già domato due anni fa. L'ostacolo transalpino è però da prendere con le molle. Pouille porta in dote il successo nei quarti con il connazionale Paire e ha dalla sua l'unico precedente. Nel 2014, a Parigi, vittoria di Pouille in due set, con due tie-break a condannare Fognini. La cavalcata del tennista di Francia è ragguardevole, perché costruita fin dalle qualificazioni. L'affermazione con Bedene, 64 75, annullando un pericoloso set point nel decimo gioco del secondo set, prima dello strappo decisivo, è il trampolino per affrontare con maggior convinzione Pouille. Fognini, in una stagione altalenante, cerca sulla terra una nuova consacrazione.  

Il piatto forte nel secondo incontro in progamma. Da una parte Nadal, costretto a lottare con i fantasmi dell'anonimato, dall'altra Seppi, mai così vicino al primo sgarbo all'iberico. I due si ritrovano per la settima volta, con Nadal che vanta un 4-0 pesante negli incontri fin qui disputati sulla terra. Rafa riesce ad accoppiarsi perfettamente col gioco di Seppi, perché ama le lunghe battaglie da fondo, i duelli interminabili con schemi ben definiti. L'unico successo di Andreas risale addirittura al 2008, torneo di Rotterdam. Nel 2014, a MonteCarlo, 61 63 Rafa. Il Nadal attuale non è però inappuntabile, tutt'altro. Diversi problemi, qui ad Amburgo, con Verdasco e Vesely, meno con Cuevas. La contro-prestazione dell'uruguaiano restituisce certezze a Rafa, ma non cancella i limiti attuali del mancino. Si può fare.