Replay di un anno fa: stesso teatro, stessi protagonisti, stesso show. E anche stesso finale. Novak Djokovic batte in quattro set Roger Federer e vince per la terza volta Wimbledon. Una sfida giocata ad altissima intensità, un saggio di tecnica da parte di entrambi. La generosità e la voglia dello svizzero contro un muro innalzato dal serbo, superbo in risposta e a giocare in profondità, togliendo di fatto le poche chance al numero due al mondo.
Djokovic perfetto sotto tutti i punti di vista: chirurgico nel mandare la pallina all'incrocio delle linee ripetutamente, innumerevoli volte si alza la polvere, innumerevoli volte si gioca sui millimetri, merito di una profondità continuanente cercata e anche trovata, che ha tolto a Federer l'opportunità di mettere i piedi dentro al campo, di andare a rete.
Il serbo è un muro, gioca la sua migliore partita del torneo dopo esser sembrato al 75% per tutte le due settimane, ma comincia subendo un po' a sorpresa un break da un Roger attivo e vivace. Il controbreak è immediato e indica una volta di più la caratura psicologica di Nole: si arriva al dodicesimo game, Federer sul 40-30 ha due set-point che si vede annullati nella stessa identica maniera, con due prime magistrali. Al tie-break di partita non ce n'è: Djokovic conquista subito il mini-break e chiude il primo set con un netto 7-1.
Secondo set che si gioca tutto sui turni di servizio: Federer rischia di strappare il servizio nel quinto game, ma Nole se la cava con un numero pazzesco in lungolinea, uno dei tanti highlights di una sfida splendida. La situazione si ribalta nel decimo, con Djokovic che si trova sulla racchetta il primo di una lunga serie di set-point salvati in maniera quasi incredibile da un Roger che non lascia nulla di intentato, nemmeno nel secondo tie-break consecutivo, quando sotto 6-3 ne annulla altri tre, due di questi sul servizio dell'avversario.
Lo svizzero alla fine se la cava con un 12-10 che riapre almeno parzialmente il match, interrotto anche per qualche minuto dalla pioggia londinese dopo un break del serbo che mette in discesa la sua strada, dopo aver rischiato tantissimo nel secondo game: Federer ci mette però del suo con qualche errore di troppo. Lo stesso però non si può dire per quanto succede nel quarto set, dove è tutto merito di Djokovic se arriva il break: un muro umano, un uomo di gomma che risponde magistralmente a ogni servizio dello svizzero. La partita di fatto termina lì: Federer accusa anche stanchezza.
Il punteggio finale recita 76(2) (10)67 64 63, la pioggia costringe anche il tetto a fare la sua comparsa per permettere la premiazione. La delusione sul volto di Roger è emblematica, ma ritornerà "più forte e più determinato". Nole mangia qualche filo d'erba, come da tradizione, bacia il trofeo dei Championships, il terzo Wimbledon che si mette in bacheca, e si conferma il numero uno al mondo.