Roger Federer esce dal tunnel e torna in campo, a Dubai. Da difendere il titolo conquistato lo scorso anno contro Tomas Berdych, in un torneo caro a Roger, campione qui 6 volte. Dopo un periodo di riposo necessario, per riattivare mente e corpo, completare un processo di allenamento limitato da impegni e esibizioni, Federer riabbraccia competizione e racchetta nell'esordio con il russo Youzhny. L'avversario è perfetto per un graduale reinserimento nel circuito, dopo la sconfitta patita per mano di Seppi in Australia. Youzhny, battuto 16 volte da Federer in carriera, si spegne presto, lasciando strada libera allo svizzero. 63 61 il punteggio a favore del n.2 del mondo. 

L'inizio trae in inganno, perché Youzhny entra in campo con il giusto atteggiamento e interpreta in modo aggressivo la partita, sollecitando il rovescio di Federer. Roger appare lento, impacciato, in cerca di misura. Non a caso un buon numero di gratuiti si accorpa nei primi 4-5 giochi. Youzhny incide anche in risposta, ma il servizio tiene a galla Roger, che non concede mai palla break. L'equilibrio si spezza nel settimo gioco, quando Federer accende e Mikhail è costretto alla difesa. Sul 15-40 il russo salva due palle break, ne cancella una terza, ma poi è costretto a capitolare, con Federer che deve conquistarsi il punto due volte, dopo l'over rule del giudice di sedia. Il vantaggio acquisito si trasforma in una molla per l'elvetico e il 63 si materializza poco dopo.

La botta coglie in pieno volto Youzhny, che perde, anche visivamente, quella convinzione palesata ad inizio incontro. Deraglia con i colpi e nel secondo gioco del secondo parziale sbaglia a ripetizione, chiudendo con un doppio fallo che consente a Federer di mettere a segno il terzo break del match. Altra rottura nel sesto gioco, quando Youzhny sparacchia di dritto e concede la passerella di servizio a Federer. L'ultimo gioco in battuta di Roger è cerchiato da una delicatezza di rovescio che strappa applausi e ammirazione. L'ace finale è il punto esclamativo al ritorno del re.