"Abbiamo fatto un brutto primo tempo, anche per merito dell'Inter. Però noi eravamo troppo timidi, siamo partiti male in troppi. Anche oggi abbiamo buttato il primo tempo, dopo ci siamo guardati negli occhi e giocato un grande secondo tempo sul campo di una grande squadra". Negli anni Walter Mazzarri è diventato tante volte oggetto di scherno sul web per alcune sue dichiarazioni, ma non si può dire che questa sua analisi a caldo sulla prestazione di ieri sera del Torino non sia stata efficace. L'allenatore granata, in riferimento al 2-2 strappato sul campo dell'Inter con una grande rimonta, ha subito chiarito di sentirsi soddisfatto ma solo in parte, com'è giusto che sia per una squadra che ha un valore ben diverso da quello che traspare dai risultati ottenuti finora in Serie A.
L'alibi del valore delle avversarie è valido solo in parte. Perchè se Roma ed Inter hanno certamente ambizioni ben diverse da quelle toriniste, è anche vero che sono entrambe andate in difficoltà contro questo avversario in alcune fasi. Quando il Toro ha fatto il Toro, quando ha alzato il baricentro del proprio pressing e preso il comando del possesso palla, ha dimostrato di poter mettere tranquillamente in difficoltà squadre che si sono qualificate in Champions League nello scorso campionato. I piemontesi hanno dimostrato di avere tanta fisicità, rappresentata bene da quel Soualiho Meité che ci ha messo solo 180 minuti a convincere già il pubblico del suo valore; ma c'è anche tanta tecnica a disposizione, nelle giocate di Iago Falqué (ieri in grande spolvero), Baselli, Soriano o anche Ljajic, eventuale cessione permettendo. Bisogna entrare nell'ordine delle idee che questa è una squadra forte e nient'altro. Ma c'è un ma.
Il "ma" rappresentato dal fatto che comunque il Torino ha racimolato un solo punto in due partite, nonostante abbia evidenziato tutti questi valori. Questo perchè i granata hanno sempre sbagliato qualcosa, dal punto di vista mentale, in questi big match d'agosto. È un qualcosa che prescinde dalla condizione fisica, come dimostrato dal fatto che poi nei secondi tempi le prestazioni sono aumentate: i giocatori torinesi hanno un approccio negativo alle gare. Timido, come ha ripetuto più volte Mazzarri. Ed è una timidezza che alla fine incide, se non la si riesce a vincere: un pressing venuto fuori in ritardo e la Roma trova il gol-vittoria nella prima giornata, una situazione simile ha regalato il vantaggio all'Inter ieri sera. La grande sfida del Toro di quest'anno è vincere la timidezza, evolversi nella testa prima che nel gioco. Ed allora potremo divertirci sul serio.