Carlo Tavecchio torna a parlare. Dopo un lungo periodo di silenzio, l'ex Presidente della FIGC ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, partendo proprio dall'eliminazione contro la Svezia: "Troppi l’hanno sottovalutata. Io lo ripetevo fin dal sorteggio che non ci era andata bene. Mi prendevano per matto e sostenevano che la Grecia sarebbe stata peggio" sottolinea Tavecchio, ricordando i playoff che hanno estromesso la nostra nazionale ai Mondiali di Russia 2018.

Un Mondiale a portata di mano, per l'ex Presidente FIGC, se solo si fosse continuato con Antonio Conte: "Richiamarlo solo per lo spareggio? Voleva dire ammazzare Ventura e io non ho mai umiliato nessuno. Lo sa piuttosto qual è stato il mio grande errore? - sottolinea Tavecchio - Non aver dato a Conte i 2,5 milioni in più che voleva. Li avrei recuperati con 3 amichevoli… Antonio ne prendeva 4, ne chiedeva 6,5. Sarebbe rimasto in azzurro e noi oggi saremmo in Russia. Sicuro. Ma è giusto dare a un uomo solo ciò che investiamo per tutto il Settore Giovanile e Scolastico".

Una critica nemmeno troppo velata a Gian Piero Ventura, reo di aver commesso comunque una specie di omicidio calcistico: "Ventura ha avuto carta bianca su tutto. Dopo la Spagna, poteva contare sul team manager Oriali, sul d.g. Uva e su Ulivieri, capo degli allenatori. A settembre, per dargli forza, gli ho prolungato il contratto e non era atto dovuto. Esonerarlo dopo i gironi e prima dello spareggio? Noi avevamo già investito su Ventura, prolungandogli il contratto. Non erano soldi miei, ma degli italiani. Potevamo investirne ancora? E poi nessuno è mai venuto a propormi di cacciare Ventura".

In ultimo, Carlo Tavecchio ha detto la sua su Mario Balotelli: "Mandai Ventura a vederlo a Nizza, tornò e mi disse che in squadra c’erano dei veti su di lui. Mario era il mio preferito, sono stato criticato per averlo ammesso. Alla vigilia di Italia-Svezia salii ad Appiano e dissi ai giornalisti: “Sono venuti in 30 mila da Napoli…” Mica potevo ordinare a Ventura: “Faccia giocare Insigne”. Ma l’ho fatto capire. Perché Gabbiadini che era rimasto fermo a lungo? Ero così nervoso che strigliai anche Oriali: muoviti, prova a fare qualcosa almeno tu!" conclude l'ex Presidente, che ancora una volta ha cercato di far luce su una vicenda triste per i nostri colori ed imperdonabile per tutti gli artefici di tale "omicidio sportivo". 

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Antonio Abate
Studio Filologia Moderna a Salerno. Sogno di diventare un giornalista e/o un telecronista sportivo. Direttore Generale di Vavel Italia nonché socio fondatore di TAGS Soc. Coop. Vorace lettore.