Continua la maledizione-Marassi per l'Inter. Anche ieri sera, infatti, i nerazzurri hanno perso punti in casa del Genoa, complicando ulteriormente il loro percorso verso la Champions League. Ma non è della corazzata di Luciano Spalletti di cui vorremmo parlare ore, ma di un undici "normale", capace di proporre calcio e di giocarsela a viso aperto contro le formazioni più forti della Serie A, senza paura. La copertina del sabato sera non può infatti non andare al Genoa di Ballardini, capace di reggere l'urto offensivo dell'Inter e di rispondere colpo su colpo, conquistando tre punti importantissimi in ottica salvezza.
Scesi in campo con un 3-5-2 diventato ormai dogmatico, il Genoa ha saputo infatti gestire la sfida senza troppi affanni, evitando di finire sotto e prendendo lentamente le misure ai rispettivi avversari. Salvato in più di un'occasione da un Mattia Perin miracoloso, il grifone ha complicato i piani di Spalletti soprattutto in mediana, quando un Bertolacci particolarmente accorto ha spesso creato scompiglio nella mediana nerazzurra, incapace di costruire gioco e di sostenere l'importante impalcatura offensiva pensata da Spalletti. Il clamoroso autogoal di Ranocchia e Skriniar, comunque colpevole, è stata inoltre la giusta medaglia ad un buon primo tempo.
Discorso analogo lo si è visto nella ripresa, quando il Genoa non ha affatto abbassato il proprio baricentro. Controllando la sfida, gli unici momenti di difficoltà sono stati quando l'Inter ha provato ad affondare con Karamoh, spesso fermato fallosamente dai difensori genoani. Escludendo le incursioni del giovane esterno, il Genoa non ha rincorso gli avversai, proponendo nel contempo veloci verticalizzazioni che hanno tagliato in due la retroguardia avversaria. Da perfetto lettore della gara, Ballardini ha saputo anche indovinare i cosiddetti cambi, come conferma la scelta di lanciare nella mischia un Omeonga concentrato e pungente.
Al di là del risultato finale, ufficializzato dal guizzo dell'ex Goran Pandev, ciò che sorprende nel Genoa è la capacità di adattarsi all'avversario, facendo leva sulla forza del gruppo e sulla consapevolezza dei propri mezzi. Merito di questo scatto mentale va proprio a Ballardini, capace di prendere un gruppo destabilizzato dopo la negativa gestione di Ivan Juric e di trasformarlo in una delle rose più in forma della nostra Serie A.