“Per restare ai vertici dobbiamo continuare ad esprimerci su questi livelli”.
Vero, anche se in cuor suo Maurizio Sarri non può ritenersi estremamente soddisfatto della prestazione del suo Napoli di ieri. Contento per la mole di gioco profusa, meno per quanto raccolto. Contro il Verona si è visto però il Napoli versione campionato, quello famelico, intenso, arrembante, devastante. Stavolta, così come un mese fa, a mancare non è la brillantezza, perché gli azzurri macinano gioco dal primo all'ultimo secondo, creano occasioni e sfiorano il vantaggio ripetutamente, ma l'imprecisione rende vano il dominio. Un'ora di assedio, senza nemmeno lasciare le briciole alla diretta rivale, obbligata a rintanarsi nella propria trequarti e difendersi a spada tratta.
Lo fa però con diligenza, chiudendo le linee centralmente e facendo densità a centro area, approfittando inoltre delle imperfezioni in rifinitura degli avversari. Insigne, Allan e Mertens ci provano, mettono il Verona alle corde, Nicolas e la difesa reggono l'urto, ne contengono l'impeto tra le linee, frustrando sul nascere le incursioni dei centrocampisti e riuscendo a leggere al meglio le giocate nello stretto dei furetti partenopei. La gara sembra sui binari giusti, ma l'incapacità di sbloccarla inizia a far addensare strane nubi attorno al San Paolo, quell'aura di mistero e di destino che spesso ha condizionato le gare interne dei campani.
La conferma di questa sensazione arriva nel primo quarto d'ora della ripresa, nella quale il Napoli continua a tartassare la difesa scaligera, senza però scalfirne le certezze. Insigne centra di nuovo il palo, bissando quello del compagno Mertens nella prima frazione. Qualcosa sembra non girare per il verso giusto, anche se Allan è un motorino instancabile - come se in campo ce ne fossero quattro - crea superiorità palla al piede e spegne sul nascere le ripartenze - poche - degli ospiti. Il gol è nell'aria ma non arriva. L'ennesimo banco di prova stagionale mette il Napoli quasi spalle al muro, questa volta la materia d'interrogazione è la pazienza, la capacità di non perdere la tranquillità in attesa del momento giusto, della catarsi, che arriva fisiologicamente poco dopo.
La difesa del Verona commette l'unico errore di giornata, prima di sfaldarsi definitivamente, lasciando a Koulibaly l'opportunità di svettare indisturbato e girare alle spalle di Nicolas. Ottenuto il vantaggio l'Hellas non ha la forza e la gamba per rimettersi in piedi, complice anche la frustrazione e lo sfogo per un inesistente fallo del difensore senegalese ai danni della coppia Caracciolo-Nicolas in occasione del gol. Le energie mentali si disperdono, lasciando spazio e modo al Napoli di controllare agevolmente la restante mezz'ora prima di chiudere la sfida con Callejon, su assist di Insigne.
Resilienza e maturità, carattere da grande, vittoria da grande, che permette al Napoli di conservare la vetta alla terza pausa stagionale. Adesso la sosta, il mercato, prima di riversare tutte le energie sulla trasferta di Bergamo contro l'Atalanta, una delle tre gare lontano dal San Paolo che potrebbero risultare decisive in ottica Serie A. Una Serie A che vede il Napoli sempre più conscio dei propri mezzi, delle proprie potenzialità e che, all'indomani della sedicesima vittoria stagionale, lo iscrive definitivamente nella lotta a due per lo Scudetto.