Per il Cagliari, l'inizio di campionato sul campo è stato poco concreto. Un buon primo tempo, inutile, nella trasferta impossibile contro la Juventus; qualche speranza in più sul campo del Milan, dove ieri però è arrivato un altro KO, per 2-1. I tifosi rossoblù certamente potevano prevedere - con due partite lontano da casa così difficili in programma - di avere, a questo punto della stagione, ancora uno "0" alla sezione punti in classifica: il mercato però gli avrà sicuramente alzato il morale, perchè ha portato in Sardegna un giocatore non proprio qualunque, Gregory Van der Wiel.
Terzino olandese vincitore di una gran moltitudine di titoli fra Ajax e Paris Saint-Germain nel corso della sua carriera, può vantare un'età ancora non eccessivamente avanzata (29 anni), ma viene da un'esperienza molto infelice, di recente, al Fenerbahce. Arrivato anche lì fra l'entusiasmo generale, non è riuscito ad imporsi per qualche screzio con la società e l'allenatore. Tuttavia la Turchia è solo il triste passato: per lui è l'ora di una nuova esperienza in Serie A. Introdotta - come riportato dalla Gazzetta dello Sport - con la sua presentazione ufficiale, dove ha espresso le prime sensazioni a riguardo: "Non sono mai stato prima da queste parti, ho visto spiagge fantastiche. La gente è splendida, la città e il gruppo pure. Ho parlato col mister Rastelli: gli ho detto che sono qui per ridiventare felice giocando il calcio che mi piace".
Nella testa del classe 1988 ci sono già solo i colori della nuova squadra, di cui ha potuto seguire la più recente - buona, anche se non vincente - prestazione: "Contro il Milan abbiamo giocato una grande gara. Meritavamo almeno il pari. Non meritavamo di perdere nemmeno con la Juve. Abbiamo mostrato buona filosofia di gioco e personalità. A San Siro, pur dominando, ci hanno condannato gli episodi. La lezione? Lavorare duramente sui dettagli: stai attento per 92' ma in un secondo la palla può passare dove non dovrebbe. Ora voglio mettere a disposizione del team la mia esperienza".
La nuova avventura riparte da una casacca diversa, la numero 2: "Non c'era la 23, ho preso quella che usavo da ragazzino con l'Olanda. Omaggio a Magic Johnson? No, ma ricordo che l'ha usata anche David Beckham".
Non mancano le frecciate alla vecchia compagine ottomana d'appartenenza nel bel messaggio lanciato a tutti i nuovi tifosi: "Sono motivato, fisicamente sto bene e non vedo l'ora di debuttare nel nuovo stadio. Mi manca solo il ritmo gara, negli ultimi quattro mesi ho giocato con il Fenerbahce solo una partita, per ragioni che non c'entrano con il calcio". Il ritorno nell'Europa che conta, forse, è stato anche in ottica Mondiale... "No, ho scelto di venire qui per il progetto".
Non può mancare la domanda sulle impressioni riguardo al nuovo campionato, per un calciatore alla prima volta in Italia: "La Serie A è di ottimo livello ma ho giocato con e contro grandi campioni, sono tranquillo e per nulla preoccupato. Un auspicio? Giocare un calcio di qualità, divertirmi e salvarci quanto prima".
Magari Zlatan Ibrahimovic, ex compagno del giocatore dei Paesi Bassi, gli ha dato qualche consiglio: "Non l'ho sentito. Ma ho già un'idea delle difficoltà della Serie A". Ma qualche altro intervento esterno c'è stato: "Mi hanno parlato bene del club e della città il mio ex compagno El Kabir e il preparatore Michele Santoni, con me all'Ajax. La sua presenza, anche per la lingua, è molto importante".
Quest'estate c'è stata anche un'amichevole fra Fenerbahce e Cagliari, che però non c'entrava niente col futuro del giocatore poi passato da un club all'altro: "Nel test Fenerbahce-Cagliari non immaginavo di vestire il rossoblù, tutto è nato dopo". Si chiude con un altro paio di retroscena: le possibili squadre italiane nel suo passato e l'idolo di sempre... "Dopo l'Ajax anche alcune squadre italiane si sono fatte avanti. Ma sono andato al PSG. Icona nel mio ruolo? Dani Alves è sempre il migliore al mondo".