Oramai questo Napoli non fa più notizia. Nella notte della verità, una delle tante oramai fisiologiche nel lunghissimo percorso di maturazione verso la definitiva consacrazione, i partenopei non sbagliano una virgola all'Allianz Riviera di Nizza, legittimando una superiorità schiacciante nei confronti della squadra di Lucien Favre. Non c'è storia. Non c'è partita. Come all'andata così anche al ritorno. Lo spartito recitato dalla truppa azzurra è quello oramai solito e consolidato, al quale i giovani ed inesperti nizzardi non riescono mai a trovare contromisure. La differenza, tuttavia, rispetto al passato, risiede nella consapevolezza e nell'autorevolezza della prestazione, nella fame e nella voglia di non lasciare nulla al caso, nemmeno per sbaglio.
Prestazione adulta e matura, l'ennesima, che può rendere soddisfatto Maurizio Sarri. Il suo Napoli archivia anche lo spauracchio preliminare, quello che nel corso delle precedenti e recenti stagioni ha mietuto vittime illustri. Non era facile, al di là della manifesta superiorità dimostrata sui due terreni di gioco, approcciare e preparare questo appuntamento nel modo migliore e, soprattutto in questo, il Napoli tutto ha dimostrato ulteriore maturità e crescita, mentale prima ancora che tecnica e tattica. L'avvicinamento e la preparazione all'evento sono stati esemplari, per dedizione ed applicazione, ciò che si è visto in campo è la conseguenza di tanti e svariati fattori, a partire dalla base tecnica, solidissima, creata nel tempo dal tecnico toscano, per finire ad una forma mentis che nel corso delle partite, delle stagioni, sta trascinando i partenopei verso lo status di grande, grandissima squadra.
Tornando alla nottata dell'Allianz Riviera, trasformatasi presto in mattanza, il Napoli ha fatto capire fin dal principio quali fossero le intenzioni degli ospiti, arrivati in Costa Azzurra con l'idea di non lasciare nulla al caso. Così è stato. La pressione, asfissiante fin dal primo istante di gioco, non ha consentito ai padroni di casa di acquisire fiducia ed entusiasmo, unici fattori che - una volta trascinati anche i tifosi - avrebbero potuto minare le certezze dei campani. I tre mediani del Napoli sembravano a tratti esserne una dozzina, tale l'insistenza e l'efficacia di raddoppi di marcatura - a volte triplicata - che costringeva i portatori di palla nizzardi a spedire la sfera in ogni dove, tranne che ai compagni di squadra. Il dominio napoletano è stato totale: la squadra di Favre non è mai riuscita a trovare Sneijder, o chi per esso, alle spalle del duo di mediana di Sarri, Saint-Maximin è stato limitato per quanto possibile dall'organizzazione globale della retroguardia napoletana, Balotelli è sbattuto ripetutamente contro la muraglia senegalese chiamata Kalidou Koulibaly.
Nell'altra metà campo, nel frattempo, Mertens e compagni hanno messo a soqquadro la difesa di casa, costantemente in balia sia del fraseggio azzurro - Jorginho sublime in ogni dove - che delle iniziative dei furetti di Sarri. Il cinismo non è ancora quello dei giorni migliori ed è l'unico aspetto negativo di una serata fantastica: Mertens, Insigne e soci si divorano occasioni a raffica, lasciando a Callejon l'onere e l'onore, in avvio di ripresa, di sbloccare le marcature e spianare la strada verso i gironi di Champions League. La crescita del Napoli, in tal senso, la si vede anche a vantaggio acquisito. Il piede non si alza dall'acceleratore nemmeno per un attimo, fino all'epilogo in cui Insigne piazza la ciliegina sulla torta mettendo così fine alla sfida a distanza tra lui e Cardinale.
Lo scoglio è stato superato. Brillantemente. Adesso le porte della Champions si aprono al cospetto del Napoli di Maurizio Sarri, che vi entra in terza fascia, non la migliore, nella speranza che l'urna stavolta sia decisamente più clemente. L'eventualità di un girone di ferro non è da escludere, anzi, ma questo Napoli non ha l'intenzione di chinare il capo davanti ad alcun avversario. Anzi. E' la forza delle idee. E' la forza di un Napoli che sembra sempre più grande.