Ok, il profilo potrebbe essere quello giusto. Accanto ai tanti nomi accostati in questi giorni - Berenguer, Ounas e via dicendo - al Napoli di Maurizio Sarri ha preso pian piano forma l'idea Federico Di Francesco. L'esterno del Bologna si è messo in mostra nella città felsinea dopo essere esploso, in Serie B, in maglia Lanciano e, dopo un anno di apprendistato nella massima serie, è stato adocchiato da squadra di primo e primissimo calibro, quali Torino, Atalanta e Napoli appunto. Classe 1994, potrebbe rappresentare l'identikit giusto per la fascia destra dell'attacco dei campani, con Callejon che necessita gioco forza un cambio nel corso della stagione.
Tante fin qui le richieste pervenute al Bologna, investigative più che d'assalto, con i felsinei che sembravano riuscire a resistere alle bordate continue delle pretendenti fino a qualche ora fa. L'insistenza ha fatto vacillare Bigon e la dirigenza bolognese, che ha fissato il prezzo per l'esterno figlio d'arte in dieci milioni di euro. Investimento oneroso ma che il patron De Laurentiis vorrebbe fare per regalare un esterno di assoluto valore ed avvenire al tecnico toscano, che potrebbe avere un altro giovane da aggiungere alla batteria già numerosa presente in rosa - Diawara, Rog, Zielinski, Hysaj - da plasmare a sua immagine e somiglianza.
Nella corsa tra le pretendenti al nativo di Pisa, il Napoli sembra essere quella favorita: se Torino ed Atalanta potrebbero garantire spazio e probabilmente un posto da titolare a Di Francesco, i partenopei avrebbero dal loro canto blasone, la partecipazione alla Champions League e la presenza in una delle migliori squadre d'Italia come argomenti per controbattere, motivazioni che avrebbero convinto il giocatore. Stesso dicasi della contro parte, con il Napoli che gradisce e non poco le sue caratteristiche di corsa, sacrificio e soprattutto tecniche, che potrebbero garantire a Sarri di avere disposizione un giocatore adatto a spaccare la gara in corso d'opera, così come il figlio di Eusebio usava fare alle dipendenze di Donadoni.